Immagine in evidenza ©Sky Sports F1
Non è la prima volta che ci troviamo davanti a una situazione del genere: la Formula 1 anche in questa occasione è stata costretta a stare ferma per via della pioggia. In nome della sicurezza negli ultimi 20 anni sono stati fatti passi da gigante, è innegabile, ma il tutto va a scontrarsi con alcune parti del regolamento che fanno letteralmente mettere le mani nei capelli. Ci riferiamo ovviamente all’assurda regola del parc fermé (parco chiuso) che dai primi anni 2000 regna incontrastata nello sport che più amiamo.
Diversi sono stati gli episodi che negli anni hanno fatto discutere appassionati e addetti ai lavori riguardo al parco chiuso, specialmente nelle occasioni di pioggia durante le qualifiche. Oggi a Monza si è appunto verificata una situazione simile, che ha costretto i piloti a rimanere fermi in pit-lane per oltre due ore, aspettando che la pista fosse il meno bagnata possibile. Il tutto perché, stando al regolamento, non si può cambiare l’assetto di una monoposto di Formula 1 tra il sabato e la domenica, quindi con le condizioni di pista bagnata al sabato e previsioni di pista asciutta la domenica, i team optano per avere una macchina performante nella giornata di gara, rischiando di mettere in mano ai piloti una vettura quasi inguidabile per le qualifiche. Stessa considerazione anche per quanto riguarda il discorso inverso: se domenica è previsto asciutto ma la corsa risulta bagnata, o viene posticipata la partenza per un numero non ben definito di ore, oppure i piloti vengono mandati sul tracciato allo sbaraglio come in Brasile lo scorso anno, rischiando di fare degli incidenti anche di grosse proporzioni. Il tutto stona maledettamente con le norme di sicurezza tanto decantate in questi anni, specialmente dopo la morte del povero Jules Bianchi. Consideriamo anche il fatto che vengono sempre proposte nuove soluzioni (anche inguardabili come l’halo che dovrebbe essere montato sulle Formula 1 dal prossimo anno) salvo poi avere dei buchi clamorosi nel regolamento, come appunto questa indecifrabile regola del parco chiuso che non fa altro che mettere ancora più in pericolo la vita dei piloti.
Tra le altre cose Charlie Whiting ci sembra sempre meno adatto anno dopo anno nel ruolo di direttore di gara. Perché continuare a mettere queste maledette finestre da 15 minuti se subito dopo la bandiera rossa, così come detto da molti piloti, c’erano tutte le condizioni ideali per poter correre senza aspettare queste ulteriori due ore incomprensibili? Un plauso va a quei tifosi che, nonostante la snervante attesa, sono rimasti sulle tribune scoperte e nel prato del Parco di Monza aspettando, poi con successo, l’azione dei loro eroi. Questa Formula 1 sta cambiando in meglio, ma deve necessariamente liberarsi delle ultime scorie lasciate dalla vecchia gestione, e soprattutto deve rivedere attentamente il regolamento.
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