I GP di due fra i tracciati più veloci del mondiale sono andati in archivio, e hanno visto in entrambi i casi lo stesso uomo fare pole position e vittoria: Charles Leclerc.
Tuttavia, la Ferrari sembra avere la coperta corta riguardo i piloti: per un Charles che sale, c’è un Sebastian che scende. Eppure, il weekend di Monza ci ha detto tante cose su Leclerc e poche su Vettel.
Per capire quanto sia cresciuto Leclerc, però, dobbiamo andare un pò indietro nel tempo, fino a febbraio. Charles sale su una monoposto che non è proprio come piace a lui. Non potendo adattare la monoposto, adatta il suo stile di guida. E non è facile come scendere da una berlina e salire su una monovolume. No, è molto più difficile.
Basti pensare che da pilota a pilota cambia lo stile della frenata, e proprio questo ha fatto grande Leclerc già dai tempi della F2.
Charles, a differenza di molti altri piloti, non effettuava una frenata secca con una ripartizione puntata sull’anteriore ma effettuava diverse volte un movimento di pressione e rilascio del pedale, quasi a simulare l’ABS. Così facendo, Charles poteva effettuare piccole correzioni sul volante durante la frenata senza arrivare a bloccare le ruote anteriori.
Questo permetteva a Charles di poter avere un ingresso in curva perfetto, veloce e, soprattutto, ‘non standardizzato’. Per effettuare questo tipo di manovra, però, serve un posteriore molto carico che permetta di effettuare la frenata senza avere movimenti improvvisi. La SF90, invece, ha posteriore molto instabile per via del poco carico aerodinamico generato dalla vettura. Quindi Charles ha dovuto ‘imparare’ a guidare di nuovo.
Detto fatto, Charles ha iniziato praticamente da subito a far funzionare la monoposto al meglio, con una prestazione notevole già al debutto in Australia. Il monegasco riesce fin da subito a gestire tutti i piccoli problemi che affliggono la Rossa per tutta la prima parte di stagione.
Tra una rottura meccanica, una vettura in grado di sviluppare poco carico e una gestione pneumatici a tratti molto difficile, Leclerc riesce a venirne fuori sempre ‘arricchito’ e temprato.
La sua capacità di tenere tutto sotto controllo si è vista proprio durante il Gran Premio d’Italia, quando ha zittito il suo ingegnere dicendo “Dirmi solo quanti giri mancano e nient’altro”. Già tempo fa avevamo sentito una frase simile da un altro granitico pilota: Kimi Raikkonen.
Diversa, invece, la stagione di Vettel, che sembra non riuscire più ad incassare i colpi come faceva all’inizio della sua esperienza in Ferrari. Un pilota sempre sorridente e positivo, sembra essere diventato un pilota negativo e burbero, tanto da sbottare contro la stampa durante la press conference del Gran Premio di Cina.
I suoi errori non sono da ‘pilota finito’ anzi, sono errori di un pilota ancora veloce che cerca di ritrovare il bandolo della matassa spingendosi il più possibile al limite. Il limite però è una linea maledettamente sottile, che può essere superata in un nulla.
Basti pensare al GP di Monza, dove Vettel ha commesso un errore piccolo che poi è diventato un errore gigantesco per la sua foga di rientrare in pista. Se Vettel non si fosse girato, probabilmente staremmo parlando del grande Sebastian che recupera due secondi e mezzo in tre giri alla Mercedes di Bottas. Il limite era sottile, e Seb lo ha superato.
In termini di velocità pura, non sappiamo quale sia la reale differenza tra i due piloti.
In termini di tenuta mentale, Leclerc sembra già un veterano.
Le vittorie di SPA e Monza sono state positive per la Scuderia Ferrari, ma in entrambi i casi la prestazione di Seb è stata opaca. Ma se a SPA è stato parte attiva nella vittoria di Leclerc, a Monza ha visto Charles e Lewis sfilarlo senza problemi quando si è dovuto fare da parte per rispettare le bandiere blu. Mentre qualcuno speculava sulla presunta assenza di Sebastian alle foto di squadra, Seb era presente. Forse con un pizzico di frustrazione nel vedere Leclerc vincere, mentre lui non riesce a trovare la velocità necessario per essere competitivo. Ma per guidare serve essere tranquilli e concentrati.
E se Sebastian non dovesse riuscire a trovare la tranquillità che gli permetteva di andare forte nei primi anni in Ferrari (nonostante tutto), non sapremo mai quale sarà la differenza velocistica tra i due perchè le prestazioni di Seb saranno sempre compromesse da questi piccoli errori. Il dato di fatto è che Sebastian è in caduta libera dal punto di vista del morale, e ora come non mai ha bisogno del supporto della Scuderia e dei tifosi, altrimenti rischia di andare sempre più in basso.
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