E gloria fu, o meglio è, per Isack Hadjar, 19enne francese membro del Red Bull Junior Team, che tra la Feature di Sakhir, il fine settimana di Gedda e la Sprint di Melbourne non gliene era andata bene mezza. Ebbene, questa volta una Virtual Safety Car, poi tramutata in Safety (per l’incidente occorso a Dennis Hauger) lo agevola non poco nella conquista di una vittoria dal sapore dolcissimo.
È stato proprio l’incidente del norvegese, che guidava virtualmente la corsa avviandosi verso il quarto piazzamento a podio consecutivo, ad aver spaccato in due la tenzone motoristica: chi aveva montato le prime (ossia le gomme più dure), tra cui Maini, Correa e Crawford, è rimasto con un palmo di naso, chi ha fatto la scelta opposta privilegiando le morbide (option) ha fatto bingo.
Hadjar è stato molto abile nel liberarsi dei piloti che non si erano ancora fermati, costruendo un piccolo ma determinante gap su Antonelli e compagni. Il bolognese ha concluso quarto, dietro Paul Aron, divenuto primo inseguitore di Maloney (li separano 14 lunghezze), oggi terzo a dimostrazione della qualità del nativo delle Barbados. L’estone del team Hitech ha anche racimolato il punticino del giro veloce, il quale è stato fatto segnare da Crawford che non ha però concluso tra i primi dieci.
In quinta posizione Ritomo Miyata: buona prova del giapponese, le difficoltà del Jeddah Corniche Circuit sembrano un ricordo lontano. Dietro il campione di Super Formula e Super GT ci sono Verschoor, il sempre vispo Colapinto – questo weekend due volte su due a punti – e Villagómez, il quale ha già sei punti all’attivo. Considerate le aspettative, niente male. Nono Victor Martins, come ieri autore di uno splendido avvio, e decimo Ollie Bearman – si spera non gli venga tolto anche questo benedetto punto. Il britannico è stato protagonista di una scenografica quanto inutile piroetta, e prima era stato speronato da Martí, che per questo ha ricevuto dieci secondi di penalità scivolando fuori dai punti (quattordicesimo) proprio a favore di Oliver.
Tra il pilota della Ferrari Driver Academy e Pepe – membro del Red Bull Junior Team, si sono infilati gli sfortunati del giorno: Crawford e Maini, inframezzati da Cordeel. Sia lo statunitense che l’indiano avrebbero senza dubbio meritato molto di più.
Quindicesimo Correa, altro penalizzato dalle dinamiche di gara, così come il vincitore della Sprint Roman Staněk, tra le altre cose colpito da O’Sullivan nel primo giro di gara. Ultimi alla bandiera a scacchi Taylor Barnard, che mostra lampi qui e lì “sfoggiando” altrettanta inconsistenza (lo aspetteremo) e Fittipaldi, passato dalle stelle di Gedda alle stalle australiane: Down Under.
Ritirati, oltre ad Hauger, Bortoleto – che non sta attraversando il più idilliaco dei momenti – e il paraguaiano di origini tedesche Joshua Dürksen, arrivato al contatto con Zak O’Sullivan (ritiratosi a sua volta) nel settimo giro di 33 (con conseguente VSC).
Così come la F3 anche la F2 tornerà in pista in quel di Imola, tra più o meno (più meno che più) un paio di mesi.
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