Sui trentadue piloti che nel 2024 hanno preso parte ad almeno una gara in F2, diciotto hanno conquistato almeno una vittoria. Una statistica da capogiro, aggiornata, rimpinguata ulteriormente dal primo successo di Pepe Martí (Campos), che partito dalla quarta posizione ne ha passati tre in un colpo solo, conducendo le operazioni dall’inizio alla fine. Lo spagnolo, membro del Red Bull Junior Team, dopo un ottimo inizio ha affrontato un campionato complicato, e questa vittoria non può che fargli del bene.
Per quello che concerne la lotta per il campionato, invece, Gabriel Bortoleto (Virtuosi) ha artigliato una seconda posizione di grande fattura. Scattato alle spalle del rivale Isack Hadjar (Campos), dopo la prima curva era già davanti, complice una condotta di guida scellerata da parte di Kush Maini – compagno del brasiliano – che ha danneggiato non poco la corsa del franco-algerino, il quale dall’undicesimo posto del primo giro è poi riuscito a limitare i danni concludendo sesto.
Con Paul Aron (Hitech), terzo sotto la bandiera a scacchi, ormai matematicamente fuori dai giochi, resta una lotta tra Bortoleto e Hadjar. Dopo il primo round il distacco del futuro pilota Sauber sul (forse?) futuro pilota Racing Bulls è aumentato a cinque punti e mezzo, e vista la sua posizione di partenza (secondo) nell’ultimo atto di domani i favori sono tutti per Gabriel. E però Isack, che staccherà la frizione dal quarto posto, venderà cara, carissima la pelle. In una gara che, come tutte le Feature, si prospetta ricca di insidie e imprevisti da schivare/sfruttare.
Tornando alla corsa, si è confermato in grandissimo spolvero Dino Beganovic (DAMS); oltre a essersi tenuto dietro Hadjar, il pilota della FDA ha anche guadagnato la quarta posizione ai danni di Oliver Bearman (Prema), penalizzato di cinque secondi per eccesso di track limits. Il britannico è riuscito a tenere a bada Hadjar, che a sua volta – probabilmente in crisi di gomme (e con un piccolo danno all’ala causato dalla situazione del primo giro) – ha contenuto Ritomo Miyata (Rodin) e Luke Browning (ART), con il giapponese penalizzato di dieci secondi per aver causato il testacoda di Victor Martins (ART).
A punti, oltre al rookie Browning, ci è arrivato Richard Verschoor, bravo ad avere la meglio del compagno Oliver Goethe (MP Motorsport). Tra i due si è infilato Jak Crawford (DAMS), mentre al debutto Leonardo Fornaroli (Rodin) ha portato in una più che valida undicesima posizione la sua nuova Dallara. Peccato per Joshua Dürksen (AIX), pienamente in corsa per un risultato di prestigio quando è stato vittima di un tamponamento da parte di Amaury Cordeel (Hitech), poleman di questa Sprint e penalizzato di dieci secondi per l’accaduto. Prestazione da incubo per Maini, che si è tenuto davanti il solo Cian Shields (AIX), ultimo dei piloti a pieni giri, mentre per ragioni di salute non ha preso parte alla competizione Andrea Kimi Antonelli (Prema).
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