Un vero e proprio snoozefest, come direbbero i britannici. Il festival della noia, la Sprint Race del campionato FIA F3 a Budapest. Nikita Bedrin (PHM), dalla seconda posizione di partenza, ha tratto vantaggio dagli errori di Dino Beganovic (Prema) – partito dalla pole per effetto degli arretramenti di Joshua Dufek (AIX) per irregolarità tecnica e di Luke Browning (Hitech) per aver causato bandiera rossa nella qualifica di ieri – e resistendo alla pressione dello svedese con origini balcaniche ha ottenuto la sua prima vittoria nella categoria, con il sorpasso decisivo sul pilota della Prema avvenuto nel primo giro – all’esterno di curva 2 e conclusosi all’interno della successiva “tre”. Curioso il fatto che il suo primo podio nella serie sia stato conquistato sullo stesso tracciato, e in una Sprint Race (l’anno scorso, terza posizione).
E quindi l’inno italiano è tornato a suonare, perché Nikita sta correndo con la licenza tricolore per via delle sanzioni comminate agli atleti russi nel mondo dello sport. Beganovic, terzo al traguardo dopo aver tentato (in malo modo) la mossa per la testa della corsa a circa metà della stessa, per questa ragione è stato beffato da Tasanapol Inthraphuvasak (PHM), che non ha sbagliato una virgola resistendo agli attacchi di Callum Voisin (Rodin) prima e del pilota della Ferrari Driver Academy poi. Il britannico ha poi terminato in sesta posizione, perdendo l’abbrivio su Tim Tramnitz (MP Motorsport) e Christian Mansell (ART), distintosi in veri e propri “tuffi” all’interno di curva 1 in un paio di occasioni, non andati tuttavia a buon fine.
Settimo posto per Leonardo Fornaroli (Trident), che si è portato a casa quattro punti preziosi in ottica campionato. Ne ha guadagnato solo uno su Luke Browning (Hitech), molto bravo nel risalire la china da metà gruppo dopo la penalità prima menzionata. Hanno chiuso la zona punti il poleman di gara 2 Laurens van Hoepen (ART) e Sami Meguetounif (Trident), che ha “marcato visita” nei dieci per la terza volta consecutiva in un evento “Sprint”. Infine, da sottolineare il ritiro di Matías Zagazeta (Jenzer), fuori al primo giro dopo una collisione con Mari Boya (Campos). Tutti gli altri piloti hanno concluso i diciotto giri, ma non sono state corse felici per i vari Nikola Tsolov (ART), Santiago Ramos (Trident), Kacper Sztuka (MP Motorsport) e Joseph Loake (Rodin), con quest’ultimo più volte autore della tornata più veloce, a dimostrazione del fatto che la “gara trenino” a cui abbiamo assistito in testa dia molto merito ai due alfieri PHM, e molto meno a chi doveva fare di più per superarli.
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