Regolamenti 2026 | Puntata prima

Un primo, timido sguardo alla F.1 che verrà

Lo dico subito, a scanso di equivoci: il sottoscritto non è un tecnico. In questo pezzo si vogliono esternare sensazioni, curiosità e speranze. I regolamenti 2026, che apriranno un nuovo ciclo tecnico nel mondo della F.1, nascondono trovate interessanti e conferme – prendendo i fatti da un certo lato – “spiazzanti”.

L’elemento più entusiasmante è costituito dalle caratteristiche principe delle monoposto, ovvero dimensioni e peso. Da questo punto di vista, si intravede una “puntata numero uno” (come ho scritto nel titolo), nel senso di un inizio verso un ritorno ai numeri del passato. Non è noto se sia questo l’obiettivo della FIA, ma tutto lascia suggerire ciò. Sono anni che i piloti invocano monoposto più leggere e difficili (nell’accezione di “più sfidanti”) da guidare, e anche se si tratta di riduzioni non trascendentali (-30 chili il peso, dieci centimetri la larghezza, venti la lunghezza) il segnale che si recepisce è “forse avevano ragione loro” (i piloti).

Perché poi, in fin dei conti, l’obiettivo è avere gare più “belle”. Che molto spesso si confonde con “più sorpassi”. Tanti sorpassi non è una condizione sufficiente per far sì che una corsa sia bella, ma piaccia o no, per la maggior parte di chi guarda significa questo. In questo senso, il fatto che l’effetto suolo non sarà più prerogativa numero uno del prossimo ciclo testimonia come in Federazione Tombazis e compagni non siano rimasti molto soddisfatti di come sono andate (stanno andando) le cose. Anche se, opinione personale, si poteva attendere di più.

Le macchine, come detto, saranno (si legga tutto al condizionale) più difficili da guidare. Anche su questo, si tratta di un ritorno al passato. Un passato che vuole essere protagonista del futuro, seppur con strumenti differenti. Un’emulazione che, essendo tale, non è imitazione. L’abbandono del DRS, a favore del sistema manuale “Override” dell’MGU-K, che va a sfruttare l’energia dell’elettrico per incrementare le opportunità di sorpasso, è un altro segno di come del DRS (e di tutte quelle novità più o meno recenti per migliorare lo spettacolo) se ne avesse abbastanza. Si ricorda come nel 2026 non ci sarà più l’MGU-H, con il motore a combustione interna (ICE) e, per l’appunto, l’MGU-K che si bilanceranno tra di loro.

A questo proposito, si ricordano le scaramucce tra Horner e Wolff circa le preoccupazioni del primo riguardo al fatto che le macchine, senza MGU-H, non avrebbero la “forza” necessaria per “spingere” le monoposto fino alla fine del rettilineo, e che si potrebbe assistere a veleggiamenti in pieno dritto per recuperare l’energia, con il secondo (Wolff) che contestava le affermazioni del team principal austriaco alludendo queste ultime a una questione di interessi (reparto RBPT in difficoltà).

L’aerodinamica attiva è poi un’altro aspetto che riveste un particolare interesse, con ali (anteriori e posteriori) che si muoveranno per aumentare (o ridurre, a seconda del caso) il carico generato dalle monoposto; questo si potrà effettuare tramite l’attivazione di una tra Z mode e X mode (la prima per aumentare la downforce, la seconda per ridurla).

Le altre novità consistono in pneumatici di dimensioni leggermente ridotte (in larghezza, continueranno a essere da 18 pollici), una benzina totalmente sostenibile, e – lato sicurezza – strutture di impatto migliorate senza aggiungere peso. Queste, in estrema sintesi, le nuove monoposto del 2026, con ulteriori delucidazioni che giungeranno dopo il Gran Premio del Canada, prima del regolamento definitivo, in arrivo a fine mese previa approvazione del Consiglio FIA del Motorsport.

Immagine in evidenza: © @

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di venti anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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