Sprint spuntate

AUSTIN, TEXAS - OCTOBER 21: A general view of the pitlane during the Sprint ahead of the F1 Grand Prix of United States at Circuit of The Americas on October 21, 2023 in Austin, Texas. (Photo by Mark Thompson/Getty Images)

"Format che vince non si cambia". Ma a noi piace farci del male.

Tre gare Sprint nel 2021 (Gran Bretagna, Italia, Brasile) e nel 2022 (Italia, Austria e Brasile), sei quest’anno, inutile che vi faccia l’elenco. Nel momento in cui vi scrivo manca solo la mini gara brasiliana a chiudere il cerchio, ma le undici già disputate in queste tre annate sono sufficienti per esprimere un giudizio chiaro e inequivocabile: anche no.

La partenza della gara Sprint del Gran Premio degli Stati Uniti d’America 2023, tenutosi sul circuito di Austin.

È stato fatto di tutto, ma forse non tutto perché ce le proporranno anche nel 2024, per farcele piacere: i piccoli chimici della Formula Uno non ci sono riusciti, e anche la frangia di tifosi più incline alla novità sta pian piano cambiando idea, nonostante il presidente e amministratore delegato del Formula One Group, Stefano Domenicali, faccia propaganda a tutto spiano nell’intento di promuovere il progetto Sprint, che porta più moneta nelle casse del gruppo e dell’organizzazione tutta, arrivando a dire più e più volte che alla stragrande maggioranza dei fan tutto questo piace. Non so a quali fan abbia parlato, non so quali sondaggi abbia letto, o meglio probabilmente li ha letti male, ma il castello non è più saldo come nel duemilaventuno, dove comunque lo scetticismo (specie da parte della fazione più conservatrice degli appassionati) circolava eccome.

Il tre volte campione del mondo Max Verstappen (NLD, Red Bull), uno dei più aspri critici delle gare Sprint.

Rifacendomi al titolo dell’articolo, queste garette somigliano più a una matita spuntata o a un film spoilerato, dove la matita appuntita e il film completo sono la gara della domenica. Che senso ha, insomma, a una persona che va a vedere una pellicola al cinema, dire che nella prima parte il protagonista uccide l’antagonista? Quella persona ci penserà due volte prima di acquistare il biglietto, perché gran parte del pathos è già andato a farsi benedire. La gara della domenica è l’Evento con la e maiuscola, o meglio dovrebbe esserlo, dove fino a quando non si spengono i cinque semafori rossi non sai quale macchina prevarrà sul passo gara, chi farà fatica e chi gestirà meglio le gomme. Ma se al sabato mi fai vedere un lungometraggio di trenta minuti della gara, magari con le stesse condizioni di aria e asfalto, grande parte di quella curiosità si scioglie come neve al sole, si disperde come quando un refolo di vento sposta della sabbia. Certamente chi lo sport lo professa in tutto e per tutto, allo stesso modo di un cristiano che va a messa, si confessa e prende pure la Comunione, la gara se la guarda lo stesso e non pensa minimamente di cambiare canale, ma chi si vuole avvicinare allo sport, chi facendo zapping si trova a vedere la solita minestra riscaldata, non si fa problemi a vedere la semifinale del Mondiale di Rugby o la partita di calcio di cartello. Tutto questo non potendo agire sulla macchina dopo l’unica sessione del venerdì, della durata di un’ora, perché c’è regime di parc fermé: se sbagli l’assetto sei sostanzialmente fregato per tutto il fine settimana, e se la macchina ha problemi proprio in quella singola ora di prove il pilota, prima delle qualifiche, non avrà fatto nemmeno un giro. E magari ti ritrovi con sedici macchine schierate in griglia perché altre quattro hanno dovuto cambiare assetto, ritenendo fosse più conveniente partire dai box per apportare cambiamenti al set up che restare con la messa a punto raffazzonata, mi passerete il termine, del venerdì. È questa la competizione, la ricerca della massima prestazione, del miglior compromesso in termini di settaggi e fiducia nel mezzo del pilota, che vogliamo?

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Fernando Alonso (ESP, Aston Martin) e Lewis Hamilton (GBR, Mercedes), ultimi baluardi di una Formula Uno che non c’è più, impegnati alla guida nelle qualifiche “Sprint Shootout” del Gran Premio dell’Azerbaijan 2023.

Assistiamo da almeno due anni a delle qualifiche spettacolari, molte volte più coinvolgenti della gara stessa, che vengono relegate per un quarto di campionato a fare “da comparsa” al venerdì pomeriggio. Vujadin Boskov, celebre allenatore di calcio, tra le tante massime pronunciate nella sua vita una volta disse “Squadra che vince non si cambia”. Io direi “Format che vince non si cambia”. È bene che Liberty Media, alla ricerca spasmodica dello show artificiale, in pieno stile americano, lo capisca in fretta, perché magari perdi molti soldi non facendo le Sprint, ma ne perdi infinitamente di più se manca l’interesse. E, cosa ancora più grave, non hanno capito che lo show ce lo avrebbero nello sgabuzzino di casa, ma quello sgabuzzino non lo aprono da un po’ di tempo. Intanto, a breve magari ci verrà proposta anche la griglia invertita, e sarà quello il momento in cui il senso dello sport, della meritocrazia e del risultato, dolce per chi vince perché ha lavorato meglio, amaro per chi perde perché deve lavorare di più, sarà lo stesso dell’andare al cinema per vedere un film al contrario: zero. In fondo sono sufficienti le parole di Max Verstappen, voce nel silenzio degli attuali protagonisti del mondiale (ai quali il format non dispiace nemmeno più di tanto), nel corso della conferenza stampa di rito dopo la Sprint, a chiudere questo articolo.

“Lo adoro. È fantastico! (riguardo al format Sprint; ndr) Se vuoi il mio onesto parere sui weekend Sprint, non ne sono davvero eccitato. In qualifica ho la sensazione che una volta completate queste ultime sei un po’ perso. Sento che abbiamo bisogno di una sola qualifica nel fine settimana in cui metti davvero tutto in gioco, ed è davvero una sensazione fantastica. Anche stamattina (nelle qualifiche “Sprint Shootout” del sabato; ndr), sì la piazzi in prima posizione ma sempre sabato è, comunque non ci sono molti punti per la Sprint. E oltre a questo, ora abbiamo disputato questa gara, più o meno tutti sanno cosa accadrà domani (domenica; ndr) tra tutte le macchine in termini di ritmo gara, quindi questo toglie un po’ l’eccitazione da tutto ciò. Se oggi non avessimo fatto la Sprint ma solo le qualifiche di ieri, non sapevi davvero cosa sarebbe successo prima della gara, quindi tutti sono molto emozionati, accendono la TV perché non sanno cosa accadrà, e neppure noi lo avremmo saputo. Ora lo sappiamo un po’. […] Se fossi un appassionato sarei deluso perché più o meno conosci il quadro generale della situazione. Se non succede nulla di eclatante sai già cosa succederà domani, quindi trovo tutto questo… ti priva di quella magia dell’alzarsi la domenica, mattina o pomeriggio che sia, accedi la TV, le qualifiche si sono disputate ma non sei sicuro di quale macchina sarà la più veloce […] e sì, trovo che tolga quella magia”.

Immagine in evidenza: ©Mark Thompson/Getty Images

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di venti anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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