100 giri al comando e quarto successo in carriera, così Colton Herta porta a casa la vittoria del GP di St. Petersburg, arrivata una settimana dopo il 22° posto di Barber. Riscatto assoluto quindi per il 21enne figlio d’arte, seguito attentamente da papà Bryan nel gestire la strategia. All’inizio della terza stagione in carriera, Colton eguaglia dunque il numero di vittorie del padre, che in 12 stagioni tra IRL e CART (1994-2003) ottenne proprio 4 sigilli.
Alle spalle di Herta si piazza Josef Newgarden, colui che in Alabama è finito in testacoda al primo giro venendo centrato proprio da Herta. Il bi-Campione IndyCar ha provato a superare il portacolori Andretti Autosport nel finale di gara, cercando di ottimizzare il grip extra fornito dagli pneumatici Alternate (morbidi) montati sulla Penske #2. Non riuscendo a stare al passo di Herta, Newgarden si è accontentato di un solido 2° posto guadagnato al giro 31 grazie ad un bel sorpasso in curva 1 su Jack Harvey, in quel momento in difficoltà con la gestione delle gomme morbide.
3° posto per Simon Pagenaud, che come il compagno Newgarden ha guadagnato una posizione rispetto al via. Una gara tutto sommato tranquilla per il campione Indy500 2019, che una volta superato Harvey ha mantenuto saldamente la 3^ piazza sino al traguardo. Avere due auto tra i primi tre posti aiuta Penske a rifarsi dal difficile inizio di Barber, considerando che anche Pagenaud non è andato oltre il 12° posto nel road course situato a Birmingham.
In 4^ posizione ha chiuso Jack Harvey, partito 2° e sofferente alla fine del primo stint. Nonostante abbia subito l’offensiva di Newgarden e Pagenaud, Harvey ha mantenuto un buon ritmo proteggendo il 4° posto dal ritorno di Scott Dixon. Proprio il neozelandese ha seguito Harvey e la DW12 Meyer Shank Racing per tutta la seconda metà di gara, archiviando il secondo GP stagionale con un 5° posto che, seguendo il 3° di Barber, si rivela significativo in ottica campionato.
Gran Premio eccellente per Takuma Sato, partito 15° e salito fino al 6° posto in una gara pregna di sorpassi e azioni al limite. Il giapponese, infatti, si è fatto largo sui propri rivali arrivando al contatto con la DW12 #29 di James Hinchcliffe in curva 1 all’inizio del 23° giro, provocando la foratura dello pneumatico anteriore sinistro del pilota canadese. Nessuna sanzione per Sato, che da quel momento in poi ha dimostrato un passo gara degno della Top 5.
A seguire il bi-Campione Indy500 nella rimonta è stato Marcus Ericsson. Lo svedese, alfiere Chip Ganassi Racing al volante della DW12 #8, è partito con pneumatici duri così come Sato, optando su uno stint centrale più aggressivo (gomme morbide) e una fase finale di nuovo con coperture dure. Approfittando delle caution e di un ritmo positivo, Ericsson ha chiuso la gara in 7^ posizione, recuperando bene dall’opaco 17° posto delle qualifica.
Will Power, 2° a Barber, ha vissuto una gara a due volti. Nella prima parte non si è mai scollato dalla zona bassa della classifica, anche per via di un 20° posto frutto di una qualifica decisamente complicata. Nell’ultimo stint, invece, l’australiano ha ottimizzato il treno di gomme morbide montato al 70° giro ed ha recuperato a suon di sorpassi fino all’8° posto, precedendo Rinus VeeKay e Sébastien Bourdais.
Subito dietro, appena fuori la Top 10, troviamo il miglior esordiente di giornata: Scott McLaughlin. Il neozelandese, alla seconda gara a St. Petersburg, ha sfiorato un piazzamento tra i primi dieci perso solo nei giri finali. Il passo in avanti rispetto al GP dello scorso anno è stato comunque evidente, sia in qualifica sia in gara. Anche Romain Grosjean – rookie arrivato dalla F1 – ha ben figurato chiudendo la gara in 13^ posizione alle spalle di Felix Rosenqvist. Proseguendo il discorso sui debuttanti, per Jimmie Johnson questo GP di St. Petersburg è da dimenticare in fretta: il 7 volte campione NASCAR ha causato due caution, la prima al 18° passaggio per un lungo all’ultima curva e la seconda alla 73° tornata, dopo un testacoda in uscita da curva 3. Johnson ha chiuso la gara al 22° posto con 5 giri di ritardo da Herta.
Il vincitore del GP di Barber Alex Palou chiude l’appuntamento di St. Pete in 17^ posizione, soffrendo un problema da identificare nei due giri finali, quando lo spagnolo occupava il 13° posto. Priva di soddisfazione la gara di Arrow McLaren SP, 12^ con il già citato Rosenqvist e 19° con Pato O’Ward, in netta difficoltà con le gomme e rallentato da un problema all’overboost.
Tra i piloti tutt’altro che contenti annoveriamo Graham Rahal e Alexander Rossi, finiti a contatto nel corso del 37° giro. Rossi era appena uscito dai box e con gomme fredde ha provato a difendersi da un Graham Rahal che, aggressivamente, si è infilato all’interno di curva 4. Un contatto tra i due ha provocato la foratura dell’anteriore destra di Rossi che, perdendo direzionalità, ha portato verso il muro di gomme Rahal. I due piloti sono riusciti a ripartire e se Rahal ha terminato la gara in 15^ posizione e pieni giri, Rossi si è ritrovato in ritardo di ben due tornate ed ha chiuso il GP 21°.
INDYCAR 2021 | GP ST. PETERSBURG | RISULTATI UFFICIALI
L’IndyCar Series tornerà in pista tra pochi giorni per il primo double-header della stagione, previsto nell’ovale del Texas tra il 1° ed il 2 maggio.
Classifica piloti aggiornata al secondo round della NTT INDYCAR SERIES 2021 QUI
Matteo Pittaccio
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