Pole Position, record di giri percorsi in testa e vittoria: nella gara Indycar a Portland Scott McLaughlin ha dato il meglio di sé dominando, ottenendo il terzo trionfo stagionale e restando ancora aggrappato alla lotta per il titolo. Un fine settimana perfetto che permetterà a McLaughlin di far valere le ultime carte buone nello scontro finale di Laguna Seca.
Il “kiwi” del Team Penske è stato seguito da Will Power sotto la bandiera a scacchi. Power è partito in seconda posizione salvo poi rimanere attardato nel primo stint dopo aver subito il sorpasso di Christian Lundgaard in partenza. Scavalcato il danese in occasione della prima sosta, Power ha tentato di chiudere il gap su McLaughlin ma non c’è stato nulla da fare. Anzi, dopo la caution il leader della classifica si è dovuto addirittura difendere dall’avventato attacco di Pato O’Ward in curva 1, punto in cui l’alfiere McLaren SP ha provato il tutto per tutto per guadagnare la posizione. In quel frangente Power e O’Ward si sono toccati ed il contatto laterale ha danneggiato il passaruota posteriore sinistro del messicano, successivamente costretto dal Race Control a cedere una posizione a causa dell’eccessiva aggressività. Nel contatto Power non ha sofferto particolare danni, potendo così raggiungere il traguardo al secondo posto e aumentando il vantaggio sui diretti inseguitori.
La piazza d’onore di Power è stata messa a rischio da Scott Dixon nella ripartenza post-neutralizzazione. Approfittando delle battaglie tra Power-O’Ward e Newgarden-Rossi, Dixon ha guadagnato due posizioni in un colpo solo e, grazie alla penalità inflitta a O’Ward è salito al terzo posto. Dixon ha anche provato ad avvicinare Power ma l’attacco al secondo posto non si è mai concretizzato. Ciò nonostante, il neozelandese è riuscito a salvare un fine settimana partito malissimo con il quattordicesimo posto della qualifica, rimontando nel corso della gara e dimostrandosi il migliore tra i piloti Ganassi.
Ad O’Ward, invece, il quarto posto non è stato sufficiente per restare all’interno della contesa per il titolo Indycar. Il messicano avrebbe avuto bisogno di guadagnare punti su Power ma, nonostante la temerarietà, il distacco è lievitato e O’Ward si recherà a Laguna Seca senza la possibilità di lottare per il campionato. Dietro alla Arrow McLaren SP del messicano si è classificato Graham Rahal, autore di una soddisfacente rimonta dopo aver iniziato il Gran Premio in undicesima posizione. Il figlio d’arte ha avuto la meglio su Colton Herta ed Alexander Rossi, a loro volta arrivati davanti a Josef Newgarden, decisamente amareggiato.
Quest’ultimo, infatti, è incorso in una penalità di sei posizioni sulla griglia per aver cambiato motore. Per tutta la distanza di gara ha dimostrato di reggere il passo dei migliori, iniziando l’ultimo stint in quarta posizione con soli pochi secondi di ritardo dal McLaughlin. Per la frazione finale Newgarden ha optato per le gomme dure, scelta particolare siccome questa mescola ha creato problemi a molti i piloti nei vari stint. L’obiettivo era di diversificare la strategia rispetto ai McLaughlin, Power e O’Ward, quantomeno per provare a guadagnare terreno nel momento in cui la gomma morbida avrebbe iniziato a soffrire. Tuttavia, l’incidente tra VeeKay e Johnson del giro 84 ha distrutto la strategia di Newgarden, che nella ripartenza ha faticato a mandare in temperatura le gomme dure. E così Josef è stato superato da Rahal, Herta, Rossi e Lundgaard scendendo in nona posizione. C’è stato giusto il modo di risalire all’ottavo posto grazie all’errore di Christian Lundgaard, finito largo in curva 1 nel tentativo di superare Alexander Rossi. Il debuttante del Team Rahal Letterman Lanigan Racing ha poi colpito un cartellone e, per liberarsene, è stato costretto a rientrare ai box per poi chiudere il GP al ventunesimo posto.
Molto solida la gara di Callum Ilott, protagonista di una prestazione davvero convincente culminata con il nono posto ottenuto a fine corsa, un risultato che garantisce al piccolo team Juncos una soddisfazione unica. Tra l’altro, Ilott ha battuto Felix Rosenqvist e Marcus Ericsson, due svedesi alla guida di vetture decisamente più competitive. A tal proposito, Ericsson esce con le ossa rotte dal round di Portland: il vincitore della Indy500 ha provato difficoltà sin dalle prove libere e in gara la situazione non è migliorata siccome la sua “rimonta” si è fermata all’altezza dell’undicesima piazza, posizionamento che lo porta a 41 punti da Will Power. La matematica lo include nella contesa per il titolo ma in base all’andamento di queste ultime gare sembra difficile che Ericsson possa laurearsi campione al termine del GP di Laguna Seca.
Chi, invece, correrà senza pensare al titolo è Alex Palou, dodicesimo in Oregon dopo esser partito in seconda fila (quarta posizione). Il catalano non potrà bissare il titolo dello scorso anno e rischia di archiviare il campionato senza vittorie. Molto negativo il secondo stint con le gomme morbide, momento in cui Palou ha visto il suo ritmo indebolirsi ed il grip crollare all’improvviso. Perciò, il catalano ha deciso di montare le dure per gli ultimi due stint ma la gomma “nera” non è mai stata competitiva nel corso del GP.
La Indycar si avvicina così all’ultimo round. Tra pochi giorni la categoria a stelle e strisce si sposterà verso il famoso circuito di Laguna Seca, teatro di una gara in cui ben cinque piloti avranno delle possibilità di diventare campioni. Power inizierà l’ultimo weekend dell’anno con un vantaggio di 20 punti su Newgarden e Dixon ma non sottovalutiamo Ericsson e McLaughlin, arretrati di 39 e 41 lunghezze ma comunque matematicamente dentro alla bagarre per la conquista dell’Astor Cup.
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