Cambia la pista, non il vincitore: per il terzo appuntamento consecutivo Scott Dixon, pentacampione IndyCar, è il primo pilota a transitare al di sotto della bandiera a scacchi al termine dei 55 giri di Gara 1 a Road America. L’alfiere di Chip Ganassi Racing, partito in 9^ posizione, ha costantemente guadagnato posizioni approfittando delle difficoltà degli avversari e mettendo in mostra un passo gara costante e mai incline ad alti e bassi, elemento rivelatosi poi fondamentale considerando l’elevata dinamicità del Gran Premio appena concluso.
Per Scott Dixon si tratta della vittoria numero 49 in carriera; un successo sì importante in vista del proseguo della stagione 2020 ma, al contempo, significativo per la statistica “All Time Wins”. Il neozelandese, infatti, ora ha sole tre vittorie in meno di Mario Andretti (52) ed il suddetto gap potrebbe annullarsi nel giro di pochi eventi se Dixon e Chip Ganassi dovessero riuscire a confermare l’eccellente forma dimostrata nei primi tre appuntamenti del campionato in corso. Inoltre, come se non bastassero i dati appena citati, il neozelandese sale al terzo posto della classifica dedicata ai piloti che hanno vinto più gare consecutive ad inizio stagione. Grazie al successo di oggi Dixon eguaglia Paul Tracy (tre vittorie consecutive ad inizio 2003) ed Al Unser (1971), mentre si trova alle spalle di Bourdais (quattro successi consecutivi nelle prime gare del 2006) e del solito A.J. Foyt (sette primi posti continuativi nel 1964).
Alle spalle di Scott Dixon troviamo l’australiano Will Power (Team Penske), beffato da un Pit Stop particolarmente lento effettuato in regime di Caution. La sorpresa di Gara 1 si ritrova nel gradino più basso del podio, occupato da un soddisfatto e tenace Alex Palou, rookie in forze alla squadra Dayle Coyne with Go capace di rimontare dal 14° posto ottenuto in qualifica. Il 23enne spagnolo conquista così il primo podio nell’NTT IndyCar Series, un risultato fortemente voluto e combattuto viste le incisive e concrete staccate in ingresso curva offerte ai veterani della serie.
Al di fuori della zona podio chiude il Campione IndyCar 2012 Ryan Hunter-Reay (Andretti Autosport), seguito a breve distanza da Colton Herta (Andretti Herta Steinbrenner Autosport).
6^ posizione per Santino Ferrucci (Dayle Coyne Racing), autore di un sorpasso da manuale su Ryan Hunter-Reay nel corso dell’11° giro di gara. Alle spalle dell’aggressivo pilota classe 1998 ritroviamo Graham Rahal (Rahal Letterman Lanigan Racing), nei primi quindici giri presente nelle zone più alte della classifica poi abbandonate a causa di un problema tecnico verificatosi durante il rifornimento di Bioetanolo E85.
Chiudono la Top 10 Pato O’Ward (Arrow McLaren SP), Takuma Sato (Rahal Letterman Lanigan Racing) e Marcus Ericsson (Chip Ganassi Racing), protagonista di uno spettacolare semi-testacoda in uscita dalla curva Canada (13) nell’ultimo giro di gara. Nello stesso giro il pilota svedeva era riuscito a sopravanzare Graham Rahal in curva 3, guadagnando un poi mai concretizzato 7° posto.
Gara disastrosa per Josef Newgarden: il pilota Penske gestisce la 1° posizione senza rischi fino al 28° giro, momento in cui i piloti in testa decidono di effettuare la seconda sosta della gara. Una volta effettuato il Pit Stop Josef Newgarden riparte ma improvvisamente il propulsore Chevrolet ammutolisce obbligando i meccanici del Team Penske a procedere per un riavvio manuale. Il Campione in carica, dunque, perde posizioni e tutta la seconda parte di gara si dimostra in salita, tant’è che per trovare il 28enne di Nashville bisogna scorrere sino al 14° posto, poco dopo avere incontrato il compagno di squadra e vincitore della Indy500 Simon Pagenaud, 12° al traguardo.
Prima manche difficile anche per Alexander Rossi, già in affanno in qualifica a dimostrazione delle difficoltà in cui si sta imbattendo una buona parte dell’equipe Andretti Autosport. Rossi ha corso facendo a sportellate con gli avversari sin dal primo passaggio e, proprio nel giro iniziale, ha perso il controllo della vettura in curva 14 finendo fuori pista e raccogliendo ad alta velocità i cartelloni pubblicitari. Ma non è tutto, perché nel rientrare in traiettoria ha sfiorato il compagno di squadra Marco Andretti, anch’egli lungo nella medesima zona. A tal punto i due alfieri Andretti Autosport sono stati costretti a fermarsi ai box per consentire ai meccanici di staccare dal corpo vettura ciò che rimaneva dei cartelloni e la gara si è resa ancora più complessa. L’epilogo è arrivato in anticipo per entrambi: Marco Andretti ha parcheggiato la propria vettura in regime di caution a pochi passaggi dalla bandiera a scacchi; Alexander Rossi si è agganciato con Max Chilton nel corso del 51° durante un intenso duello ruota a ruota in curva 4. Il Campione della Indy500 2016 è successivamente entrato in Pit Road visti gli ingenti danni alla ruota anteriore sinistra venendo comunque classificato in 19^ piazza.
In contro tendenza rispetto al 2019, Gara 1 di Road America ha visto l’ingresso in pista della Pace Car per ben tre volte. Il primo regime di Full Course Yellow è stato chiamato al giro 38 a causa dell’insabbiamento di Jack Harvey, ritiratosi in curva 2. Poco dopo, nel corso del 42° passaggio, la Pace Car è tornata in pista a seguito del contatto tra Conor Daly, finito contro il muro di gomme, e Pato O’Ward in curva 5. Il ritiro di Dalton Kellet (Juncos Racing) ha obbligato la Direzione Gara a rallentare il ritmo di gara per la terza ed ultima volta.
RISULTATI UFFICIALI REV GROUP GRAND PRIX RACE 1
Il weekend di Road America non è ancora finito, di seguito gli appuntamenti di domenica 12 luglio 2020:
- Ore 16:00 – Qualifiche 2
- Ore 18:50 – Gara 2
La seconda gara del REV Group Grand Prix at Road America sarà trasmessa in diretta streaming sull’app DAZN.
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