Il circus della MotoGP, dopo l’entusiasmante appuntamento con il Gran Premio del Qatar, approda per la prima volta sul circuito di Austin, in Texas, in occasione del primo Gran Premio delle Americhe. Inizialmente progettato esclusivamente per la F1, il circuito viene inserito quasi a sorpresa nel calendario provvisorio del 2013, diventandone poi di fatto tappa ufficiale. Il tracciato, che presenta vari richiami ad altri circuiti, si prefigge di essere uno dei più tortuosi in campionato. In classifica generale, Jorge Lorenzo guarda tutti dall’alto, forte dei 25 punti ottenuti sul circuito di Losail. Valentino Rossi, rientrante in Yamaha dopo un buio biennio in Ducati, è secondo a 20 punti, frutto di una entusiasmante battaglia vinta negli ultimi giri contro il debuttante di lusso, Marc Marquez, terzo a quota 16. Dani Pedrosa, principale antagonista di Lorenzo nel 2012, è solo quarto, dopo un GP del Qatar non troppo entusiasmante.
DAL VENERDI’ AL SABATO – Sin dalla prima sessione, appare evidente come il tracciato, ricco di diversi tipi di curve, staccate impegnative e due lunghi rettilinei, metta in difficoltà un po’ tutti…tranne uno: Marc Marquez. Il cabroncito, infatti, sembra subito trovarsi a suo agio, risultando 3 o 4 turni più avanti degli altri, e rifilando distacchi imbarazzanti non solo alle CRT, ma anche alle Factory, dell’ordine non di decimi, ma addirittura di secondi. Al sabato il copione è lo stesso, identico in ogni sua parte. Marquez conquista la sua prima pole position in classe regina in 2.03:021; l’unico che riesce a stargli al passo è Dani Pedrosa, a conferma di un pacchetto Honda davvero valido, a “soli” 254 millesimi. Dietro di loro il deserto, con Lorenzo terzo ad un secondo, seguito da Crutchlow, Bradl, Dovizioso, Bautista, Rossi, ottavo ad addirittura 2.3 secondi e sempre in difficoltà sui nuovi circuiti, Aleix Espargaro, Hayden, Smith e Spies.
LA GARA – Pronti, via, e Pedrosa prende la testa della corsa, seguito da Bradl, Marquez e Lorenzo. Valentino sfrutta una buona partenza e recupera due posizioni, passando sesto. In curva 12 ecco che Marquez si sbarazza di Bradl, autore di una partenza perfetta, seguito a ruota da Lorenzo, stavolta in curva 19. Le Honda sembrano farla da padrone, dato che Pedrosa e Marquez fanno l’andatura, con Lorenzo, Bradl e Crutchlow che cercano invano di seguirle. Poca battaglia in pista, a causa anche della conformazione della pista. Al giro 5 si accende una piccola battaglia tra Rossi e Bautista, con il Dottore che, nonostante sia in grave difficoltà rispetto ai top, riesce a regolare senza troppi patemi lo spagnolo. Mentre il distacco tra i piloti aumenta, al giro 9 Crutchlow ne approfitta per sverniciare Bradl e conquistare la quarta posizione. Due giri più tardi Dovizioso sbriga la pratica Bautista in curva 1, lanciandosi a caccia di Valentino. Nel frattempo in testa Marquez comincia a rosicchiare decimi su decimi a Pedrosa, e Crutchlow fa lo stesso con Lorenzo.
Al giro 13 ecco il sorpasso: con una manovra chirurgica, pulita e precisa, Marquez sorpassa Pedrosa in curva 6 e cerca di mettere distanza fra sé e il pilota di Sabadell. Pedrosa cerca di rimettersi davanti con una staccata poderosa in curva 12 alla fine del rettilineo, ma Marquez riesce a chiudere ermeticamente la traiettoria, costringendo Camomillo a rimanere dietro. Col passare dei giri, Marquez mette fra sé e Pedrosa un distacco di quasi due secondi, per poi rallentare leggermente nel finale. Sotto la bandiera a scacchi è Marc Marquez a cogliere la sua prima vittoria in top class. Una vittoria costruita pezzo dopo pezzo sin dal venerdì, e sbocciata definitivamente in gara con un sorpasso audace e intelligente ai danni di un coriaceo Pedrosa, secondo. Terzo giunge Jorge Lorenzo, seguito da Crutchlow, Bradl, Rossi, Dovizioso, Bautista, Hayden e Iannone.
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