MARC MARQUEZ, 10 e lode – Man mano che passano le stagioni, man mano che si avvicendano e si affacciano per un istante, sul palcoscenico più ambito del mondo, comparse e comparsucole, desiderose di rubare per un attimo la scena, il protagonista non cambia mai. Lui è lì, inamovibile, pronto a gettare il cuore e tutto se stesso oltre l’ostacolo pur di rimanere il migliore. In Teatro non conta la quantità di una battuta, ma la qualità con la quale la si fa propria. E Marquez, anche stando in silenzio, fa ammutolire tutti. “E mi dicevi sempre che non sono normale, se non riesco a dormire ma continuo a sognare” potrebbe pensare. Sta di fatto, Marc, che per ora “resti sempre irraggiungibile“.
ANDREA DOVIZIOSO, 8.5 – Che noia dover concludere “après la musique“. Quando tutto è già stato detto, scritto, registrato e tramandato ai posteri. Quando il sipario è calato, il pubblico è rientrato a casa e l’unica forma di vita è il calore dei fari che man mano si affievolisce. Quando l’obiettivo, in origine, era calcarlo con fierezza e sicurezza, quel palco, e mostrare a tutti il proprio vero valore. Sarà per la prossima piece.
JACK MILLER, 8.5 – Altalenante come la fiducia nel governo Conte-Bis, come le stagioni del Milan, come la basicità di un’ammina. Ma incredibilmente efficace quando nessuno se lo aspetta.
MAVERICK VINALES, 7.5 – Perde il podio per pochi decimi, dopo essere stato travolto dalla new entry nella rosa dei venti: la Desmo-ntana. Lodevole il suo tentativo di illudersi e alludere ad un 2° o 3° posto.
FABIO QUARTARARO, 7 – Al sabato è in pole per 3 settori, chiudendo poi il quarto a 3 decimi. In gara se ne sta più buono del solito, dovendo rinunciare al fregio di miglior Yamaha in gara.
CAL CRUTCHLOW, 7 – Il 2019 di Cal necessiterebbe urgentemente di un’interrogazione parlamentare: ma non a Montecitorio o a Palazzo Madama, bensì direttamente presso la sede degli Illuminati. Troppo scostante per valutare se le buone prestazioni derivino da una competitività della sua Honda.
ALEIX ESPARGARO, 8 – Se per quasi tutto il Mondo i regali si fanno e si ricevono a Natale, per Aprilia la “strenna” arriva puntualmente ad Aragon. Due 6° e un 7° posto in 3 anni consacrano la pista spagnola come fortino inespugnabile della casa di Noale e di Aleix, fiero scudiero.
VALENTINO ROSSI, 6.5 – Non è solo una questione mentale. Così come non è solo una di gomme. E’ un cocktail torbido e aspro che sta esautorando e detronizzando una forma fisica paranormale, in rapporto all’avanzata età, e un talento fuori dal comune, che di certo non scopriamo oggi.
ALEX RINS, 6 – Ultimamente sembra che se non calamita l’attenzione con episodi spettacolari e disdicevoli, non è contento. Prima il “Crash Lap Penalty” di Misano, poi il patatrac con Morbidelli in partenza. Lotta con Petrucci a chi ne sbaglia di più.
TAKAAKI NAKAGAMI, 6.5 – “Come va?” – “Tutto nella norma“. O, da oggi, “Tutto Nakagami“. Top 10 fissa, compitino svolto e consegnato, sufficienza e promozione assicurata.
ANDREA IANNONE, 7 – E’ una testa calda, questo è inopinabile. Ma il talento, l’aggressività, la tenacia, ci sono sempre state. Il problema parte da ben più in alto.
DANILO PETRUCCI, 5.5 – Se la sorprendente riconferma di Grosjean ha tenuto banco per tutto il weekend, non andrebbe sottovalutato il come Petrucci sia ancora in lotta per il 3° posto nel Mondiale. Peccato che Mistero abbia chiuso i battenti. Dovremmo affidarci a Scooby Doo e alla Misteri e Affini per scoprire la vera identità di chi si spaccia d’essere il buon Danilo.
MIGUEL OLIVEIRA, 6.5 – Si difende come può in un weekend parecchio arduo per la KTM, togliendosi la soddisfazione di essere il primo pilota della casa austriaca causa assenza per infortunio di Pol Espargaro.
JOAN MIR, 6 – Come ogni rookie che si rispetti, Joan cerca di imitare il suo più esperto compagno di box. Risultato? Rins sfascia l’ala destra, Mir la sinistra. Chapeau.
TITO RABAT, 7 – Bella soddisfazione quella di chiudere davanti alla ben più supportata GP18 di Bagnaia.
FRANCESCO BAGNAIA, 5.5 – Weekend nato male, concluso peggio, in difficoltà con una moto che lo scorso anno dominò in qualifica e chiuse seconda in gara.
MIKA KALLIO, 6 – Non brilla alla prima uscita da semi-titolare, ma perlomeno porta a casa la moto senza rovesciarla nella ghiaia.
KAREL ABRAHAM, 6 – Ogni tanto la soddisfazione di abbandonare lo smog dell’ultimo posto e respirare la salubrità della 18° posizione.
BRADLEY SMITH, 5.5 – Le wildcard sono impiegate per raccogliere dati, e Smith si limita solo a quello.
JORGE LORENZO, 5 – Di strada ce n’è da fare.
HAFIZH SYAHRIN, 5 – Evanescente.
FRANCO MORBIDELLI, ? – Incolpevole.
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