Pagelle Misano | Il vecchio e il bambino si preser per mano e andarono insieme incontro al Carro

Le pagelle del Gran Premio di San Marino

Il titolo riadatta, col massimo rispetto per l’autore, un passo de “Il vecchio e il bambino” di Francesco Guccini. Come mai proprio questo pezzo? Perché, adoperando un’importante e necessaria decontestualizzazione, è allettante l’idea di immaginare un Marquez che, dall’alto della sua esperienza, mette un po’ a freno le speranze di vittoria di un giovane e arrembante Quartararo.

MARC MARQUEZ, 10 e lode – “Il vecchio e il bambino si preser per mano e andarono insieme incontro…al Carro“. Immaginiamocela così: Marquez, adulto, ha accompagnato Quartararo, bambino, al suo vero primo giorno di scuola. Il tragitto, di 26 giri, in macchina, è trascorso serenamente nel solito ambiente familiare e protettivo: ambizioni e speranze prospettavano al giovane Fabio un primo giorno coi fiocchi. Quando poi si è trattato di scendere e di interfacciarsi col Mondo, le ultime, pesanti, autoritarie, raccomandazioni del caso hanno raggelato la spavalderia trascinatrice del petit garcon. L’insegnamento? “L’esperienza, a parità di talento, vince sempre“.

© Bonora Agency / Andrea Bonora

FABIO QUARTARARO, 9.5 – “Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!“. Nonostante il fegato del francese si sia distrutto e ricomposto in tempi record nei minuti successivi alla gara, è lecito pensare come la voglia di salire su quel benedetto gradino più alto del podio sia rimasta la stessa, o persino aumentata. Ed è lecito, allo stesso modo, pensare che di fiabe così, Fabio, ne voglia sentir parlare ancora per molto. Magari cambiando il finale, ché la storia va già benissimo così.

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MAVERICK VINALES, 8.5 – La partenza perfetta del #12 aveva messo in allerta tutte le stazioni meteorologiche del Bel Paese: il pericolo precipitazioni è stato scongiurato dall’ennesimo passo del gambero nella parte centrale di gara. Come premio di consolazione si gode, in prima fila, la battaglia per la vittoria. Che non lo vede protagonista da Assen.

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VALENTINO ROSSI, 7.5 – In una stagione che proprio non ne vuol sapere di decollare, non resta altro che portare a casa il massimo, deliziare i tifosi con qualche bel sorpasso di pregevole fattura e lavorare in ottica 2020, l’ultima occasione per rinverdire la nomea del Dottore più famoso del Mondo.

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FRANCO MORBIDELLI, 8 – E’ lapalissiano come il confronto con Quartararo sia irrimediabilmente sbilanciato a favore del francese. Che è un fenomeno puro e dal talento smisurato. E dai fenomeni si può solo imparare. E Franco sembra stia pian piano incominciando a capirlo.

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ANDREA DOVIZIOSO, 6.5 – “Questa è la maxi-storia di come la mia vita cambiata, capovolta, sottosopra sia finita“. L’incipit della sigla del Principe di Bel Air riassume perfettamente il crollo verticale di prestazioni della Ducati in un anno. Andrea, candidato al Mondiale, ci ha messo una grande pezza…che è valsa solo un 6° posto. Traete le conclusioni.

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POL ESPARGARO, 8 – Non capita tutti i giorni di dover rivalutare le proprie diottrie alla vista di una temporanea pole di una KTM a caso, poi “declassata” in una 2° posizione. Messo ampiamente in conto il crollo fisiologico in gara, il weekend di Pol è da incorniciare.

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JOAN MIR, 7 – Si ripresenta dal nulla dopo un discreto periodo di convalescenza e ricomincia da dove aveva lasciato. Good luck.

JACK MILLER, 6.5 – Arriva davanti a Petrucci? Sì. Arriva davanti a Petrucci? Sì. Ma…arriva davanti a Petrucci? Sì! Fatto sta che conclude un altro weekend scialbo che, al netto di tutto, non lo eleva di certo 6 spanne sopra l’attuale detentore del posto ufficiale.

DANILO PETRUCCI, 5.5 – Che però, ahinoi, sembra aver perso definitivamente la bussola. La rimontina in gara colma in parte un disastroso 17° posto in qualifica. La GP19 non perdona, ma Petrux si deve pur sempre confessare. Il 3° posto nel Mondiale unica via d’espiazione.

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JOHANN ZARCO, 6.5 – Rattrista un po’ vederlo finalmente competitivo a contratto stracciato. L’8° posizione in qualifica dimostra che il feeling è sbocciato: ormai, però, è troppo tardi.

ALEIX ESPARGARO, 6 – Con Iannone out, Aleix si ritrova a portare da solo il fardello di un’Aprilia dalle prestazioni più enigmatiche di un’alleanza politica. I 4 punti possono solo far bene.

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TITO RABAT, 6 – Rimonta dal fondo, porta a casa punticini, ma la domanda è: come sta davvero Tito?

JORGE LORENZO, 6.5 – Gliene si può dire di cotte e di crude sul suo modo di fare, sul suo comportamento dentro e fuori dalla pista, anche sul suo talento: ciò che è insindacabile sono la sua tenacia e forza di volontà, che cercano disperatamente di farsi spazio in un nuvolone nero di timori, difficoltà e incomprensioni.

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HAFIZH SYAHRIN, 6.5 – Finalmente davanti ad Oliveira: meteorologi, di nuovo in allerta!

MIGUEL OLIVEIRA, 5.5 – Lontano parente della piacevole sorpresa ammirata in Austria. Consideriamola una vacanza italiana.

KAREL ABRAHAM, 4.5 – Mon Dieu…

TAKAAKI NAKAGAMI, 6 – Migliore Honda umana per tutto il weekend, spreca una probabile top 10 con una scivolata innocua.

CAL CRUCTHLOW, 5 – Cal ci aveva disabituato da weekend così sottotono, sempre lontano dalla vetta e addirittura a margine della zona punti. La caduta, poi, recita alla perfezione il ruolo del colpo di grazia.

MICHELE PIRRO, 7 – Sino alla caduta un weekend solido condotto senza troppi patemi in top 10, con la soddisfazione di potersela giocare ad armi pari coi titolari.

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ALEX RINS, 6.5 – Riceve una penalità, taglia la chicane lasciando passare Dovizioso e Rossi, riceve un Long Lap Penalty per il taglio di chicane e cade. Un incubo.

FRANCESCO BAGNAIA, 5.5 – Weekend con poche emozioni, terminato apaticamente.

Immagine in evidenza: © Bonora Agency / Andrea Bonora

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Autore

Francesco Carbonara
Francesco Carbonara, 20 anni, diplomato al liceo scientifico, studio Economia e Commercio a Bari. Benché amante dello sport in senso trasversale, il mio cuore è riservato solo a MotoGP, Calcio e F1. Le 2 ruote meglio vederle, le 4 meglio guidarle. Il mio fine? Trasmettervi, con limpidezza ed eleganza, la mia passione per il motorsport.

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