L’inversione della main race con la Sprint race, regala enorme spettacolo e sorprese a non finire nel pomeriggio australiano con una gara in cui mai nulla è scontato, fino all’ultima curva. Una corsa che parte con il solito Martin in fuga solitaria, insomma, sembrava tutto fatto per il pilota Pramac, protagonista di una progressione con un passo indescrivibile. Lo spagnolo però è anche uno dei pochi a montare la soft al posteriore: fattore che inizialmente paga, salvo poi ritrovarsi nei giri finali con una moto inguidabile ed essere sopravanzato in una decina di chilometri da ben quattro piloti. Su tutti il compagno di squadra Johann Zarco (Prima Pramac Racing) che sfata il tabù e conquista la sua prima vittoria in main class.
Secondo al traguardo è Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo Team), bravo a trovare la lucidità giusta per non commettere errori e poter così allungare in classifica. Il vantaggio del torinese è ora di ben 27 lunghezze. Completa il podio Fabio Di Giannantonio con la Ducati del team Gresini, alla prima top3 della sua breve carriera in MotoGP; segue Brad Binder, beffato dalla velocità dei colleghi ducatisti nella lotta per il podio.
Spazio in top ten per Marco Bezzecchi con la Ducati del team Mooney VR46, Jack Miller con la seconda KTM ufficiale, Aleix Espargarò (Aprilia Racing), il convalescente Alex Marquez ed Enea Bastianini, 10°. Da segnalare l’ennesima caduta di Joan Mir, fuori dopo un contatto con Luca Marini. Gara da dimenticare per Fabio Quartararo e Marc Marquez, rispettivamente 14° e 15° al traguardo. Il #93 di casa HRC ha pagato analogamente a Martin, una scelta di gomme sconsiderata che ha vanificato in pochi giri un buon risultato. Non ha preso parte alla gara Alex Rins, ancora alle prese con guai fisici.
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