Come detto nell’ultimo recap della F1 ESports Series, sono stato a Londra per assistere al Grand Final 2019. Durante la giornata ho avuto l’opportunità di intervistare alcuni dei piloti virtuali. La prima intervista in assoluto l’ho fatta a Daniele Haddad, pilota Racing Point classe ’92 da Roma. Daniele è stato davvero disponibile e simpatico, è stato un piacere parlare con lui e vederlo gareggiare, ecco che cosa ci siamo detti.
Il tuo cammino verso la F1 Pro Series è stato diverso rispetto agli altri piloti, raccontaci come sei arrivato fino a qui.
“Alla base di tutto c’è la passione: io lavoravo (e lavoro ancora) in un’attività di famiglia a Roma, poi alla sera come molti ho cominciato a gareggiare online. Ho iniziato solo nel 2017 proprio con David Tonizza, campione in carica. La mia occasione è arrivata dopo aver vinto una gara nel campionato AOR su PC all’esordio. Ho fatto moltissimi test, quindi non sono passato dal Pro Draft, ma alla fine sono arrivato qui.”
Come ti sei sentito quando Racing Point ti ha ufficializzato come pilota?
“È stato fantastico, siamo stati annunciati a Silverstone, proprio durante il weekend di F1. Mi sono sentito un pilota reale, il team è fantastico, ti fa sentire una parte importante del progetto. Senza dubbio voglio ripagare con i risultati tutta la stima e l’affetto della squadra.”
Pensi che allenarti con un pilota veloce come Marcel Kiefer ti abbia aiutato nella tua crescita?
“Certo, mi ha già aiutato. La sfida con David (Tonizza, ndr) mi ha portato qui, ora la sfida con Kiefer e Blakeley in allenamento mi fa limare quel millesimo in più che aiuta molto in un campionato competitivo come questo.”
Che cosa fa a differenza in un campionato così competitivo?
“La freddezza ed anche un po’ di fortuna in realtà. Il nostro potenziale probabilmente è lo stesso, ma bisogna essere freddi ad esempio nell’ultimo tentativo in qualifica, bisogna saper gestire bene la tensione.”
Pensi che in Italia le persone diano poca importanza agli eSports rispetto ad altri Paesi?
“Sicuramente sì, ma penso che gli eSports abbiano un grande futuro, qualche anno fa nessuno avrebbe mai pensato che un videogioco potesse darti un’opportunità così. In Italia senza dubbio è visto solo come un gioco, talvolta anche da familiari. In realtà noi siamo professionisti a tutti gli effetti, spendiamo molto tempo ad allenarci ed analizziamo al dettaglio tutti i dati con gli ingegneri. Arrivare a questo livello non è mai facile.”
Cem Bolukbasi (pilota Toro Rosso Esports) ha debuttato su una monoposto, pensi che ciò aiuti la crescita del vostro sport?
“Sicuramente chi arriva a questo livello può fare il salto ad una monoposto reale. Abbiamo un’ottima base, il simulatore può aiutare molto sotto certi aspetti, poi ovviamente la sensazione della velocità nella monoposto è completamente diversa, pero’ le capacità ci sono.”
C’è la possibilità di vederti in pista un giorno?
“Purtroppo sono un po’ vecchio, ho 27 anni, se avessi avuto qualche anno in meno avrei avuto qualche chance in più, ma tuttora non la escludo come possibilità, anche se ora mi concentro sugli eSports.”
Pensi che l’esperienza giochi un ruolo importante?
“Sicuramente sì. Nella ricerca del giro secco l’esperienza può aiutare a rimanere calmo e concentrato. La costanza arriva solo grazie all’esperienza, io ad esempio prima di quest’anno non avevo mai fatto delle gare davanti ad un pubblico.”
Se dovessi dare un voto alla tua stagione, quale sarebbe?
“Decisamente 6. Non ho guidato male, ma ho avuto sfortuna in stagione. Ci sono stati dei bug e delle situazioni sfortunate che mi hanno penalizzato, ma a livello di guida sono contento. Penso che avrei potuto ottenere più punti.”
Che cosa cambieresti della F1 Pro Series?
“Farei le gare più lunghe, queste gare non danno la possibilità di provare diverse strategie. Poi per dei problemi del gioco si potrebbe perdere qualche secondo ai box che dopo condiziona la gara. Farei due gare ad evento invece di tre, ma al doppio della lunghezza.”
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