La 66° edizione della 24 Ore di Le Mans scatta alle ore 14 del 6 giugno 1998 e vede la Mercedes-Benz CLK #35 di Bernd Schneider, Mark Webber e Klaus Ludwig partire dalla pole position. Al fianco della vettura tedesca c’era la Toyota GT-One #28 di Brundle, Collard e Hélary.
Sin dai primi metri della gara si sono viste le prime scintille tra la Mercedes e la Toyota con Brundle che è riuscito a conquistare la leadership dopo la curva Dunlop. Nelle retrovie invece c’è subito il primo ritiro: si tratta della Porsche 911 GT1 del Konrad Motorsport che ha accusato la rottura di una sospensione. Qualche minuto più tardi si è verificato il primo problema tra le vetture di testa. La BMW V12 #2, in fase di doppiaggio, ha toccato la Courage C41 danneggiando quest’ultima che in seguito a versato molti liquidi lungo l’ultima sezione del tracciato. Nessuna conseguenza per la vettura tedesca guidata al momento da Pierluigi Martini.
La classifica dopo la prima ora di gara vede un netto dominio da parte delle Toyota GT-One che occupano la 1a, 2a e 5° posizione. Ad occupare la 3° posizione invece c’è la Mercedes guidata da Schneider. Dopo il primo turno di pit-stop svoltosi in questi momenti, si è verificato il primo colpo di scena della gara. La Mercedes #35 è stata costretta al ritiro mentre occupava la 3° posizione. La vettura tedesca non è riuscita a rientrare ai box dato che si è fermata per un problema al motore qualche metro più avanti rispetto all’uscita della corsi stessa.
La sfortuna in casa Mercedes non è finita. 45 minuti più tardi anche la vettura gemella, la #36 è stata costretta a rientrare ai box e a ritirarsi sempre per un problema al motore. Il team tedesco ha così dovuto abbandonare la corsa dopo solo 2 ore di gara sulle 24 previste. Pochi minuti più tardi Pierluigi Martini commette un altro errore, si tratta di un testacoda alla curva Mulsanne, che lo allontana maggiormente dalle prime vetture. Dopo tre ore, con l’uscita di entrambe le Mercedes, la Toyota continua a mantenere le sue posizioni (1°, 2° e 5°), con la Porsche che è riuscita a conquistare 3° e 4° posto. Il testacoda di Martini non è del tutto casuale, infatti un minuto e mezzo dopo lo scoccare delle tre ore di gara, il pilota italiano è rientrato ai box per ritirare la sua BMW V12 #2 a causa della presenza di vibrazioni sull’asse posteriore. Un’ora più tardi sarà la sorte della BMW V12 #1 che accuserà gli stessi problemi avuti dalla numero 2.
Una perdita di controllo da parte di Helary, alla guida della Toyota #28, alle curve Ford rischia di compromettere l’ottimo lavoro fatto dal suo team-mate Martin Brundle nelle prime ore di gara. Fortunatamente il francese è riuscito a riprendere il via dopo aver evitato l’insabbiamento. Poco più tardi la stessa vettura ha subito dei problemi ai freni anteriori che hanno costretto l’equipaggio ad una lunga sosta ai box e alla perdita della leadership ceduta alla vettura gemella, la #29.
Momenti difficili per Toyota che dopo il dominio iniziale ha visto uscire allo scoperto tutti i suoi problemi. Nel momento in cui la #28 ha ripreso la via della pista, la #27 ha accusato problemi alla trasmissione. Un giro più tardi rientra nuovamente la #28 lasciando così il team giapponese con una sola vettura, la #29 prima in classifica, a lottare in pista con Porsche.
Il sole comincia a tramontare e le prime vetture iniziano ad accendere i fari. Dopo 5 ore la classifica vede il podio virtuale formato dalla Toyota #29, seguita dalle Porsche 911 GT1 #25 e 26. Le tre vetture sono racchiuse in solo 11 secondi. Grande lavoro da parte della Nissan che ha rimontato fino alla quarta posizione.
La sfortuna della Toyota non ha fine, la vettura che ha mantenuto la leadership con Martin Brundle, è protagonista di un testacoda mentre si apprestava a rientrare ai box che si aggiunge alla lista di eventi che hanno funestato il team giapponese.
Con il sopraggiungere della notte l’azione in pista è composta soprattutto da uscite di pista da parte di tanti piloti nelle curve Ford e nella chicane Dunlop. La più significativa è quella della Porsche LMP1/98 #7 di Michele Alboreto (al volante), Stefan Johansson e Yannick Dalms che dopo essere andata nella ghiaia della curva Tetre Rouge, si è fermata lungo il rettilineo dell’Hunaudiere nel corso della settima ora di gara per problemi elettrici.
Poco più tardi si rende protagonista di un’uscita di pista, per fortuna senza conseguenze per la vettura, della prima delle due Porsche 911 GT1, la numero 25. La vettura di Stoccarda dopo aver accusato sottosterzo nella chicane Dunlop, è uscita di pista ed è prontamente tornata in gara. Dopo un terzo di gara, la classifica rimane stabile con la Toyota GT-One #29 che mantiene la testa che precede la Porsche #25 di 70 secondi quindi la #26 a 10 secondi dalla vettura gemella.
Dopo aver colpito la Toyota #27 e la #28 la sfortuna si avventa anche sulla la #29 al momento in testa. La notte è “fatale” per i giapponesi che per un problema al cambio vede sfumare il proprio dominio in testa alla gara durato per un terzo di gara. La #29 rimane ai box per 4 giri per consentire ai meccanici di sostituire il cambio, intanto le due Porsche raggiungono la vetta della classifica.
A rendere ancora più interessante questa edizione della 24 Ore di Le Mans ci ha pensato anche la pioggia che si è presentata nel corso delle ultime ore della notte. La pista umida tradisce la McLaren #41 di Dindo Capello, Thomas Bscher ed Emanuele Pirro. La vettura inglese è così costretta a ritirarsi dalla gara. Non solo la McLaren accusa difficoltà ma anche la Porsche #25 di McNish che era in testa alla corsa. La vettura tedesca infatti è costretta rientrare ai box per sostituire tutta la parte anteriore dopo un fuoripista.
La notte molto è stata impegnativa per i piloti e alcuni dei quali hanno dovuto abbandonare la gara. La sorpresa maggiore che ha portato l’alba è stata la riconquista della leadership da parte della Toyota #29 che a 7 ore dal termine aveva un vantaggio di 4 giri sulla Porsche #26 e la Nissan #32 rispettivamente in seconda e terza posizione. Solo quarta è l’altra Porsche, anch’essa a 4 giri di svantaggio. Tre ore più tardi le due Porsche hanno colmato il gap (per il ripresentarsi dei problemi al cambio della Toyota) riportandosi nuovamente in seconda e terza posizione. La più vicina alla Toyota, la numero 26 è staccata di solo 80 secondi dalla testa, mentre l’altra è a un giro di distacco dalla vettura giapponese.
Le ultime ore hanno regalato non poche emozioni. A 90 minuti dal termine della corsa, infatti, la Toyota #29 rallenta improvvisamente e quindi si ferma dopo la curva Arnage a causa della rottura del cambio. A “pochi” chilometri dal termine la Toyota pone la parola fine alle proprie speranze di vittoria. Ne approfittano le due Porsche che guadagnano quindi la prima e seconda posizione che manterranno fino al termine della gara.
A vincere è quindi la Porsche 911 GT1 #26 di Allan McNish, Stéphane Ortelli e Laurent Aiello, che hanno preceduto di un giro la #25 di Müller, Alzen e Wollek. Terza posizione per Nissan R390 #35 di Hoshino, Suzuki e Kageyama, staccata di quattro giri dal vincitore. In classe LMP1 il trionfo (8° posto generale) è della Ferrari 333 SP del team Doyle-Risi Competizione con Taylor, van de Poele e Velez. Vittoria (11° posizione generale) in classe GT2 per la Chrysler Viper GTS-R #53 di Bell, Drudi e Donohue, appartenente al Team Oreca.
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