Il Gran Premio d’Italia è il quattordicesimo appuntamento della stagione 2003. Michael Schumacher, Kimi Raikkonen e Juan Pablo Montoya sono in piena lotta per il titolo mondiale e il weekend italiano risulta fondamentale per l’assegnazione del titolo mondiale. Nonostante una McLaren poco affidabile (la casa inglese non fece debuttare la MP4/18 ma portò una versione aggiornata della MP4/17 che prese la denominazione di MP4/17 D), il finlandese è sorprendentemente in piena lotta per il Campionato Mondiale. Il colombiano della Williams dal canto suo sa di disporre il mezzo più continuo e affidabile e già dalle prime prove nel circuito brianzolo dimostra un’ottima competitività.
Non presero parte a quel GP Ralf Schumacher e Ralph Firman. Il pilota della Williams, dopo aver subito un brutto incidente durante i test di qualche giorno prima sempre a Monza, durante le libere accusò forti dolori al collo e quindi la Williams decise di portare in pista Marc Gené.
Per quanto riguarda Firman, l’allora medico della FIA Sid Watkins decise di non dare l’autorizzazione a scendere in pista al pilota della Jordan a causa delle sue condizioni fisiche dopo l’incidente in Ungheria, costringendo così il team inglese a portare in pista Zsolt Baumgartner.
Il periodo che anticipò il Gran Premio fu caratterizzato da una lunga polemica sulla presunta irregolarità degli pneumatici Michelin. La casa francese fu accusata dalla Ferrari di fornire degli pneumatici anteriori che, sottoposti al carico aerodinamico delle vetture in curva, si deformavano aumentando l’impronta a terra, andando così ad eccedere il limite di larghezza del battistrada di 270 mm imposto dalla FIA. Considerando una nota ufficiale di Charlie Whiting, la casa francese decise di portare a Monza un battistrada anteriore più stretto, proprio per evitare eventuali sanzioni da parte del Consiglio Mondiale.
Nelle prime sessioni di libere, Ferrari e Williams risultarono le vetture più competitive sulla pista brianzola, con la McLaren che si ritrovò a inseguire già dalle prime sessioni del venerdì. La lotta in qualifica anticipò quello che avremmo visto poi in gara: dopo due gare di dominio da parte dei gommati Michelin a causa delle alte temperature, a Monza gli equilibri in gioco cambiarono con la Bridgestone che ritrovò la competitività di sempre. Michael Schumacher e Juan Pablo Montoya si giocarono la pole sul filo dei millesimi dato che i due segnarono dei parziali praticamente identici nei primi due settori, con il colombiano più rapido per pochi millesimi di secondo: risultò decisivo il terzo tratto di pista, nel quale il pilota tedesco guadagnò poco più di un decimo sul rivale. Alla fine la spuntò Schumacher per appena 51 millesimi. In terza posizione si piazzò Barrichello, seguito da Raikkonen, Gene, Trulli, Button e Coulthard.
IL GIRO DELLA POLE POSITION DI MICHAEL SCHUMACHER
Al via Schumacher e Montoya mantennero la prima e la seconda posizione. Alle loro spalle si inserì Jarno Trulli, scattato dalle sesta posizione e autore di un’ottima partenza. A centro gruppo Justin Wilson fu costretto a partire in seconda marcia a causa di alcuni problemi al cambio della sua Jaguar. La partenza molto lenta del pilota inglese causò una gran confusione con Verstappen e Alonso che ne fecero le spese. Lo spagnolo tamponò violentemente il pilota olandese della Minardi: entrambi furono costretti a tornare ai box per riparare i danni alle vetture. Nel corso della prima tornata Montoya tentò di sopravanzare Schumacher alla variante della Roggia. I due affrontarono la curva appaiati, con il tedesco che ebbe la meglio sul colombiano. Trulli fu costretto al ritiro già dopo poche curve per problemi al motore, lasciando strada a Barrichello, Raikkonen e Coulthard.
Inizialmente il pilota della Ferrari riuscì a guadagnare un buon vantaggio nei confronti di Montoya, con il colombiano che dovette guardarsi le spalle dagli attacchi di Barrichello. Raikkonen confermò le difficoltà che la McLaren accusò durante le libere del venerdì e rimase più staccato in quarta posizione. I primi piloti del gruppetto di testa a rifornire furono Coulthard e Panis. Due passaggi più tardi rientrarono ai box anche Raikkonen e Gené. Michael Schumacher rifornì al quindicesimo giro, imitato da Montoya solamente un giro dopo. Il colombiano rientrò proprio alle spalle del pilota tedesco e proprio dopo il primo valzer di pit stop cominciò a ridurre il proprio distacco da Schumacher, mentre Barrichello, rallentato da un set di pneumatici non particolarmente efficace, faticò a contenere Raikkonen. Da questo momento in poi la gara fu una continua lotta tra il tedesco e il colombiano: i due piloti infatti, distanziati a meno di un secondo, si sfidarono a colpi di giri veloci.
Uno dietro l’altro, giro dopo giro senza mai alzare il proprio ritmo. Una sessione di qualifica lunga una cinquantina di giri senza mai alzare il piede dall’acceleratore. La sfida si interruppe durante il doppiaggio di Frentzen, con il pilota colombiano della Williams che perse un secondo dalla vetta della classifica. Da quel momento in poi la lotta andò scemando, con Montoya che non riuscì più a tenere il passo di Schumacher. Allo stesso modo, Rubens Barrichello riuscì leggermente a staccare Kimi Raikkonen che stazionava in quarta posizione. La poca affidabilità della MP4/17 D costrinse David Coulthard al ritiro a causa della rottura del propulsore Mercedes nella sua vettura. Michael Schumacher andò quindi a vincere un Gran Premio molto importante per quel finale di Campionato, seguito da Montoya, Barrichello, Raikkonen, Gené, Villeneuve, Webber e Alonso. Il pilota spagnolo superò all’ultima tornata il tedesco Nick Heidfeld, riuscendo così a portare a casa un punto.
La vittoria permise a Michael Schumacher di incrementare il proprio vantaggio sugli inseguitori, portandolo a tre punti nei confronti di Montoya e a sette rispetto a Raikkonen. Nel campionato costruttori la Ferrari ridusse nettamente il distacco dalla Williams, mentre la McLaren si ritrovò praticamente fuori dai giochi.
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