Il Gran Premio d’Ungheria è l’undicesima gara della stagione 1992. Mansell arriva all’Hungaroring con 46 punti di vantaggio nel mondiale piloti sul secondo, il nostro Riccardo Patrese, compagno di squadra di Mansell alla Williams. Il “Leone” può già laurearsi campione del mondo, a condizione che riesca ad ottenere 4 punti più di Patrese. Tuttavia Riccardo cerca di tenere accese le speranze iridate e al sabato, con un giro straordinario, riesce a prendersi la pole position e a precedere proprio Mansell. La McLaren di Senna non è veloce quanto le Williams e quindi il brasiliano non può andare oltre il terzo tempo. Quarto è Schumacher con la Benetton, mentre i ferraristi Alesi e Capelli devono scattare dalla nona e decima posizione e in qualifica sono distanziati di più di 3 secondi da Patrese.
Al via Patrese scatta bene e chiude la traiettoria a Mansell. L’inglese è costretto a mollare e viene superato all’esterno dalle McLaren di Senna e Berger. Schumacher è quinto davanti all’altra Benetton di Brundle,mentre un grande Alboreto è settimo con la modesta Footwork. Intanto alla prima curva c’è un incidente che costringe al ritiro quattro vetture e una di queste è la Fondmetal di Tarquini. Patrese allunga subito su Senna, che fa fatica a tenere dietro Berger.
Patrese fa il vuoto, mentre dietro alle McLaren si ricompattano Mansell e le due Benetton. Brundle prova ad attaccare Schumacher alla penultima curva, ma il giovane tedesco lo stringe sull’erba e si tiene la posizione. Sul rettilineo dei box Mansell affianca Berger e lo passa all’interno, prendendosi la terza piazza. Mansell è più veloce di Senna e all’undicesimo passaggio prova il sorpasso, ma Senna resiste.
Tra il tredicesimo e il quattordicesimo giro ci sono diversi incidenti in successione: prima si toccano Suzuki e Gachot, poi Jean Alesi, che si trovava settimo, finisce in testacoda in fondo al rettilineo con le ruote posteriori bloccate e non può ripartire per la rottura della trasmissione. Infine, nella parte centrale del tracciato, si trovano ferme in mezzo alla pista la Jordan di Stefano Modena e la March di Wendlinger. La direzione corsa aumenta il caos decidendo prima di mandare in pista la Safety Car, ma dopo pochi secondi torna sui propri passi e lascia ai box la pace car. I doppiati, intanto, rallentano prima Patrese e poi il gruppetto guidato da Senna, ma Mansell non riesce a superare il brasiliano, che stacca sempre dopo la Williams del rivale. Mansell corre un grosso rischio nel tentativo di doppiare Pierluigi Martini, che non si fa da parte e fa perdere tempo prezioso al leader del mondiale: Martini per questo verrà punito con uno stop & go. Nel frattempo si mette in luce Mika Hakkinen della Lotus, che sopravanza Brundle e si avvicina a Schumacher. Mansell si innervosisce perchè non ce la fa a passare Senna: l’inglese, al trentunesimo giro arriva lungo alla penultima curva e viene infilato da Berger. Il vantaggio di Patrese su Senna è di oltre 20 secondi.
Mansell non si dà per vinto, e tre passaggi dopo si riprende la posizione su Berger, così come Brundle con Hakkinen. In quei passaggi dietro a Berger, Senna ha guadagnato diversi secondi su Mansell, e il “Leone” spinge per ricucire il distacco. Ma al giro 39 Patrese finisce fuori pista. L’italiano ha commesso un errore alla curva 2 ed è finito in testacoda. Riccardo riesce a ripartire, ma è settimo. In questo momento Mansell è campione del mondo e infatti smette di tirare al massimo e tiene un ritmo più lento rispetto a quello di Senna, ma più rapido di quello di Berger. Berger, Schumacher e Brundle perdono una vita dietro i doppiati e questo va a vantaggio di Patrese, che dietro spinge come un forsennato per tentare di riprendere Hakkinen e il terzetto formato da Berger e le Benetton. Al giro 55, però Patrese è costretto al ritiro: sulla sua Williams si è rotto il motore.
Intorno al sessantesimo passaggio Mansell rientra ai box: il ritmo lento dei giri precedenti non era voluto, ma dipendeva da una foratura. Mansell torna in pista in sesta piazza. L’inglese, dato il terzo posto di Schumacher, non è più campione del mondo, ma Schumacher perde in pieno rettilineo l’ala posteriore e finisce nella ghiaia: Mansell è nuovamente campione virtuale.
Berger è lentissimo: blocca Brundle e permette ad Hakkinen e Mansell di rifarsi sotto. Mansell passa Hakkinen sul rettifilo dei box e il giro successivo supera anche Brundle. Contemporaneamente Senna rientra per un cambio gomme e non ha problemi a tornare in pista in prima posizione. Berger prova a tenere dietro Mansell, ma dopo due giri di lotta l’austriaco è costretto a cedere. Mansell prende il largo da Berger e soci, ma Senna ha una quarantina di secondi di vantaggio, quindi non spinge a fondo. Chi invece va al massimo fino alla fine è Hakkinen, che sopravanza Brundle e cerca più volte l’attacco a Berger, ma la sua Lotus è troppo lenta in rettilineo.
Gli ultimi giri scorrono senza sussulti e Ayrton Senna vince il suo secondo gran premio stagionale. Mansell arriva secondo e si laurea per la prima volta in carriera campione del mondo. Completa il podio Gerhard Berger, davanti ad Hakkinen, Brundle e Capelli. Appena fuori dalla zona punti Alboreto e De Cesaris.
CLASSIFICA FINALE GP UNGHERIA 1992
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