Torna l’appuntamento con Fastback, la rubrica di MotorSport Italia attraverso la quale il lettore può tornare indietro nel tempo gustandosi i Gran Premi indimenticabili del passato. Oggi parleremo del Gran Premio della Malesia corso nel 2003.
Fu proprio questo Gran Premio a consacrare due giovani piloti che avrebbero rivestito un ruolo da protagonisti nei Mondiali degli anni a venire: Fernando Alonso e Kimi Raikkonen. Il primo ottenne la pole position al sabato ad appena 21 anni, 7 mesi e 23 giorni, diventando il più giovane pilota della storia della Formula 1 ad ottenere la piazzola più privilegiata dell’intera griglia di partenza (record poi battuto da Vettel nel 2008 a Monza), oltre a diventare il primo (e finora unico) spagnolo a essere riuscito in questa impresa nella massima serie automobilistica. Il secondo conquistò la vittoria alla domenica su McLaren, la prima della sua ancor breve carriera, ad appena 23 anni, 5 mesi e 6 giorni (in questo caso non ci fu alcun record di precocità), terzo finlandese a riuscire nell’impresa di vincere una gara valida per il Mondiale di Formula 1 dopo Keke Rosberg e Mika Hakkinen.
In questo Gran Premio entrambi andarono a podio (Alonso finì terzo dietro al ferrarista Barrichello) e, grazie a questa sua affermazione, Raikkonen si collocò per la prima volta in carriera al comando della classifica iridata Piloti con 16 punti, sei in più del secondo, il compagno e (ancor per poco) caposquadra David Coulthard.
Le qualifiche regalarono una grande gioia al team Renault: accanto al poleman Alonso partì la vettura gemella numero sette, quella dell’italiano Jarno Trulli, battuto per appena 173 millesimi. Raikkonen ottenne solo la settima posizione, staccato di poco più di otto decimi.
La partenza vide un ottimo scatto da parte delle Renault, che mantennero le loro posizioni, mentre Schumacher dovette difendere il proprio terzo posto da un arrembante Coulthard. Il tedesco sembrò riuscire nel suo intento, ma, purtroppo per lui, al secondo tornantino si imbatté nella Renault pilotata da Jarno Trulli. Il tedesco, per non dover frenare eccessivamente e non rischiare di perdere diverse posizioni, tentò di inserirsi all’interno, ma l’insufficiente spazio lasciato libero dal pilota abruzzese, che stava apprestandosi a eseguire la curva, fece sì che tra i due avvenisse un contatto. Jarno finì in testacoda perdendo moltissime posizioni e fu quindi costretto a impostare una dura rimonta che si concluderà solo sotto la bandiera a scacchi, dove transiterà in quinta posizione. Anche Schumacher perse varie posizioni, retrocedendo fino al 12° posto. L’incidente tra i due portò lo scompiglio nel folto gruppo presente alle loro spalle: Pizzonia tamponò Montoya e ruppe l’ala posteriore della Williams del pilota colombiano, danneggiando anche il musetto della sua verde Jaguar. Ebbe problemi anche Verstappen che, come i due precedentemente nominati, dovette rientrare ai box per effettuare le necessarie riparazioni alla sua Minardi. I problemi maggiori li ebbe Montoya: tornato ai box, dovette aspettare due giri prima di poter ripartire, una volta che i meccanici ebbero montato sulla sua FW25 una nuova ala posteriore. Alla fine del primo giro Alonso, grazie al contatto avvenuto tra il compagno di scuderia e Michael Schumacher, transitò sotto il traguardo con un margine di un paio di secondi sul secondo, Coulthard.
Al terzo giro, subito dopo il sorpasso di Raikkonen ai danni dell’ex-compagno alla Sauber Nick Heidfeld, David Coulthard, secondo e con buone possibilità di vittoria, venne costretto ad alzare bandiera bianca per un problema di natura elettronica. Il giro successivo Michael Schumacher dovette forzatamente rientrare ai box per sostituire l’alettone, danneggiato nel contatto al via con Trulli, precipitando al 14° posto. Un drive-through effettuato dal pilota di Kerpen al nono passaggio come sanzione per essere stato il colpevole della sequenza di incidenti avvenuta alla partenza del Gran Premio, renderà ancor più duro il suo tentativo di rimonta. Nello stesso giro in cui Schumacher effettua il suo DT, il compagno Rubens Barrichello sorpassa la Sauber di Heidfeld, ottenendo un posto sul podio virtuale.
Tre giri dopo la prima sosta effettivamente programmata dell’intero Gran Premio ed effettuata da Panis (che si ritira subito dopo per la pressione anomala della benzina), è il turno del leader della corsa, Fernando Alonso, che rientra dopo il proprio pit-stop in quarta posizione, scavalcato da Raikkonen, Barrichello e Button (che prende la strada per i box due giri dopo, rientrando in pista quinto). Alla 19° tornata Raikkonen rientra ai box per rifornimento e cambio gomme. Grazie al passo-gara tenuto nei quattro giri in prima posizione, Kimi rientra in pista davanti al rivale spagnolo, anche se deve cedere per un paio di giri la leadership della gara a Barrichello, il quale rientra ai box al 22° giro, ripartendone terzo.
La gara, per quanto riguarda la prima posizione, si è ormai conclusa: Raikkonen, tornato in testa a tutti durante la tornata 23, trascorrerà i restanti 33 giri al comando, vincendo con quasi 40 secondi di vantaggio sul secondo, infliggendo un secondo e mezzo a giro al suo più vicino inseguitore, Alonso. L’interesse si sposta così sulla lotta per il secondo posto, che vede protagonisti lo stesso Alonso e Barrichello, il quale si avvicina sempre più alla vettura giallo-blu dello spagnolo. La parola fine al duello viene messa, come era moda in quei tempi, dall’esito dei vari pit-stop, che videro prevalere il ferrarista sul pilota Renault.
Altro spunto di interesse è rappresentato in questi giri dalla rimonta a cui sono costretti, per ragioni differenti, Schumacher e Trulli. L’italiano è il primo a raggiungere la zona, ottenendo l’ottava piazza già al 9° giro grazie a un sorpasso ai danni di Mark Webber. In seguito il pilota abruzzese ha un duello prolungato con Ralph Firman (con cui avrà anche una scaramuccia a base di gesti inequivocabili) e soprattutto con Jenson Button, lotta che lo vede impegnato per circa metà gara e che si risolverà, come vedremo, solo durante l’ultimo giro. Anche il tentativo di rimonta di Schumacher è piuttosto impegnativo: il campione del Mondo in carica è costretto, dalla sua nuova strategia, a tre soste contro le due degli altri concorrenti. Michael, dopo aver sorpassato Heidfeld al 34° giro, arriva dietro a Trulli e Button, riuscendo a sorpassarli entrambi nel corso del giro 41 (Jarno a inizio giro, Jenson sul rettilineo opposto a quello dei box), anche se, in virtù della strategia nominata pochi righi fa, è costretto appena tre giri dopo a riconsegnare le posizioni guadagnate, scendendo dal quinto posto al settimo. Grazie al poco carburante a bordo Schumacher riesce in una decina di giri circa a riportarsi alle spalle del pilota BAR e di quello Renault (che, intanto, si è reso protagonista di un testacoda senza conseguenze all’uscita della curva che immette sul rettilineo dei box), segnando alla tornata 45 il giro più veloce dell’intera gara. Il duello si risolve solo all’ultimissimo giro, e chi ci rimette è Button: l’inglese sbaglia infatti una frenata, dando la possibilità a Trulli e Schumacher di sorpassarlo senza difficoltà alcuna.
Come già detto Raikkonen vince la gara con un vantaggio di pochissimo inferiore ai 40 secondi su Barrichello secondo, con Alonso che passa sotto la bandiera a scacchi con un minuto e passa dal finlandese. Quarta posizione per il minore dei fratelli Schumacher, Ralf, autore di una gara piuttosto monocorde, giunto con un minuto e mezzo di ritardo, ultimo dei piloti non doppiati. Quinta posizione per Trulli, sesta per Michael Schumacher e settima per Button. Chiude la zona punti Nick Heidfeld. Dei diciotto piloti che avevano preso il via (Fisichella e Villeneuve, per motivi diversi, devono rinunciare a partecipare alla corsa), in tredici arrivano al traguardo. Oltre ai piloti già citati finiscono la gara (in ordine d’arrivo) Frentzen, Firman, da Matta, Montoya e Verstappen.
Grazie a questa gara Kimi Raikkonen, arrivato in Formula 1 solo nel 2001 dopo appena una ventina circa di gare su monoposto e provvisto di una super-licenza provvisoria (convalidata subito dopo il Gran Premio d’Australia), lascia presagire a tutto il mondo della Formula 1 la definitiva nascita di una nuova stella, una stella che brilla ancora oggi, forte di talento e classe, una stella che ancora non vuole saperne di eclissarsi. Da parte mia, spero che questo “astro” brilli intensamente ancora per tanti, tantissimi anni, e che ci possa regalare ancora mille fantastiche prestazioni, come quella di domenica, come quella di dieci anni fa.
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