Dopo un Gran Premio del Canada semplicemente incredibile, con Nigel Mansell che ha perso la vittoria per un problema tecnico a due curve dalla fine, la F1 approda all’Autodromo Hermanos Rodriguez, in Messico, per la sesta gara del campionato 1991. Si arriva al Gran Premio del Messico con Senna dominatore del mondiale, in virtù di quattro vittorie consecutive nelle prime quattro gare. Secondo in campionato è Nelson Piquet, con 24 punti di distacco da Senna. Terzo è il ferrarista Alain Prost, con 11 punti.
Nella prima sessione di qualifiche Ayrton Senna è vittima di un incidente piuttosto brutto alla curva Peraltada. Il brasiliano della McLaren sbanda, perde il controllo della sua vettura e va a sbattere contro le protezioni con la fiancata di destra, finendo poi per cappottarsi.
Fortunatamente il pilota brasiliano non subisce alcuna conseguenza nell’urto. Al sabato Senna scende tranquillamente in pista per le qualifiche, ma non fa la differenza. In pole position c’è un grande Riccardo Patrese. L’italiano della Williams rifila quasi tre decimi al compagno di squadra Mansell. Senna è terzo, a 568 millesimi da Patrese. Quarto Alesi, con la prima delle Ferrari. Il francese accusa però un distacco di un secondo e quattro decimi dalla pole position. La terza fila è composta dalla McLaren di Berger e dalla Benetton di Piquet. Settimo Prost, con la seconda Ferrari, davanti alla Tyrrell di Stefano Modena, reduce dal bel podio di Montreal. Gli altri italiani: undicesimo De Cesaris con la Jordan, quindicesimo Martini con la Minardi, ventiduesimo Capelli con la Leyton House, davanti alla Minardi di Morbidelli. Ventiseiesimo e ultimo dei qualificati Alboreto con la Arrows. Tarquini e Barbazza, al volante delle AGS, rimangono esclusi dalla gara.
L’INCIDENTE DI SENNA
GARA – Patrese scatta male e viene superato subito da Mansell. Alla prima curva il “Leone” guida la corsa davanti ad Alesi, Senna, Patrese, Berger, Piquet, Modena, Prost, De Cesaris e Moreno. Alla fine del primo giro Senna supera subito Alesi, con Modena che sopravanza Piquet per la sesta posizione. Patrese dà spettacolo e passa anche la Ferrari di Alesi per la terza posizione. Al quinto giro Berger è costretto al ritiro a causa della rottura del motore Honda sulla sua McLaren, e Martini va fuori alla Peraltada a causa dell’olio perso da Berger. Mansell guida la gara, ma senza imporre un ritmo infernale, tanto che anche la Ferrari di Alesi, che occupa la quarta posizione, rimane abbastanza vicina. Patrese è vicino a Senna. All’undicesimo giro l’italiano rompe gli indugi: si affianca a Senna sul rettifilo principale e lo passa. Le Williams ora comandano la corsa, mentre dietro uno scatenato De Cesaris porta la modesta Jordan in sesta posizione, appena dietro alla Tyrrell di Modena.
I tempi di Mansell sono alti, e l’inglese fa da tappo a tutto il gruppo, tanto che Modena, De Cesaris, Piquet, Moreno e Prost si fanno sotto ai primi. Alesi è bravo e con una grande staccata infila Senna. Al quattordicesimo giro Patrese attacca Mansell all’esterno. L’inglese resiste, ma blocca le ruote finendo leggermente fuori traiettoria. Patrese incrocia la traiettoria e scavalca il compagno di squadra, portandosi al comando.
Anche Alesi passa Mansell, ma il ferrarista va in testacoda. Alesi riparte, ma perde molte posizioni. Patrese scappa subito via, e in un giro rifila tre secondi a Mansell. In leggera difficoltà Stefano Modena, che viene passato da Piquet e De Cesaris. Continua la crisi di risultati di Prost: il francese deve ritirarsi per la rottura dell’alternatore. Al microfono di Ezio Zermiani, il “Professore” si lamenterà della scarsa affidabilità della Ferrari, in una giornata in cui la vettura funzionava molto bene.
IL SORPASSO DI PATRESE SU MANSELL
Brutto incidente per Brundle, che finisce a muro dopo che sulla sua Brabham si è staccata la gomma posteriore destra. Alesi, dopo l’errore, si riporta in zona punti, superando un Modena in evidente difficoltà e la Benetton di Moreno. Modena ha evidenti problemi e viene addirittura doppiato da un Patrese leader incontrastato del gran premio con 15 secondi su Mansell, mentre dietro di lui tra Mansell secondo e Alesi sesto ci sono appena tre secondi di distacco. De Cesaris sfrutta il momento e passa Piquet, portandosi alle spalle della McLaren-Honda di Senna. Piquet è in difficoltà con le gomme più dure della Pirelli, e torna ai box per montare pneumatici nuovi. Alesi passa De Cesaris, mentre Senna prova a passare Mansell sfruttando una fase di doppiaggio, ma Mansell resiste strenuamente e si tiene la seconda posizione.
Le uniche difficoltà di Patrese arrivano dai doppiaggi, mentre il suo compagno di squadra Mansell ha i suoi bei problemi nel tenere a bada Senna. Al giro 42 Alesi si ritira dalla gara: Ferrari 643 F1 si è rotta la frizione. Due giri dopo anche Piquet è costretto alla resa, con lo pneumatico posteriore destro che fuma vistosamente per la rottura del cuscinetto. Mansell comincia a ritrovare il ritmo e stacca Senna grazie a tre giri veloci in successione. La Jordan si trova con De Cesaris quarto e Gachot quinto, ma quest’ultimo sbaglia e va si insabbia. Ora Moreno è quinto e Bernard con la Larrousse-Ford. Mansell tira come un forsennato e recupera dieci secondi a Patrese. Le Williams, a dodici giri dalla fine, sono separate da 11 secondi e otto decimi.
Patrese si mette a spingere, ma Mansell è inarrestabile e giro dopo giro recupera terreno sul pilota italiano. A cinque giri dalla fine Patrese ha cinque secondi di vantaggio su Mansell, ma ha due doppiati in mezzo fra sé e l’inglese. Mansell riesce a riprendere Patrese e all’ultimo giro ha solo un secondo di distacco. Mansell prova l’impossibile per cercare di mettersi in scia al rivale, ma sbanda su un cordolo e perde qualche decimo. Patrese vince il Gran Premio del Messico con un secondo di vantaggio su Mansell dopo un
finale tiratissimo, nel quale i due piloti della Williams hanno girato al limite. Terzo posto per Ayrton Senna, che arriva con quasi un minuto di ritardo. Quarta posizione per un grandissimo De Cesaris, che porta tre punti preziosi alla Jordan. Il pilota italiano taglierà il traguardo spingendo la sua monoposto, che era rimasta a secco.
A chiudere la zona punti Roberto Moreno e Bernard. Settimo Morbidelli con la Minardi. Nono il giovane Hakkinen sulla Lotus. Solo undicesimo Stefano Modena, che ha dovuto guidare per oltre metà gara con gravi problemi tecnici. Ritirati Capelli e Alboreto, entrambi a causa di guasti al motore.
CLASSIFICA GP MESSICO 1991
Iscriviti al nostro Canale Telegram per ricevere tutti i nostri articoli sul tuo smartphone
Lascia un commento! on "Fastback | GP Messico 1991: un Patrese da favola resiste al ritorno di Mansell"