Il mondiale di Formula 1 1992 vede una Williams in grandissimo spolvero. La FW14B, progettata dal tecnico Adrian Newey, si rivela una monoposto nettamente superiore a quella della concorrenza, e anche la McLaren pigliatutto di fine anni ’80 inizio anni ’90 non riesce a reggere il colpo.
Dopo la doppietta conquistata nella prima gara del campionato, corsa a Kyalami, la Williams domina anche in Messico. Nelle qualifiche Mansell e Patrese si contendono la pole position, col Leone che precede il pilota italiano di appena sedici millesimi grazie al tempo ottenuto nella sessione di qualifiche del venerdì. L’unico pilota a prendere meno di un secondo dalle Williams è Michael Schumacher, che qualifica la sua Benetton in terza posizione a 9 decimi da Mansell. Quarto posto per Brundle, con la seconda Benetton, a quasi 1.3 secondi dal compagno di squadra. Terza fila per Berger e Senna, con quest’ultimo protagonista di un botto nelle qualifiche del venerdì. Grandissima prestazione per JJ Lehto, che piazza la Dallara della Scuderia Italia in settima posizione, col compagno di squadra Martini nono. Solo decimo Alesi con la prima delle Ferrari, mentre Capelli è addirittura ventesimo. Buona qualifica per De Cesaris, undicesimo con la Tyrrell. Quattordicesimo Tarquini con la modesta Fondmetal, davanti alla Jordan di Modena. Morbidelli si qualifica ventunesimo con la Minardi, mentre Alboreto è venticinquesimo con la Footwork. Non qualificata Giovanna Amati con la Brabham.
L’INCIDENTE DI SENNA
GARA – La luce del semaforo diventa verde e parte il GP del Messico. Brutto contatto nelle retrovie tra Wendlinger e Capelli, col pilota della Ferrari che sbatte e finisce lì la sua gara. Mansell guida la gara, davanti a Patrese e Senna, autore di una buona partenza. Quarto Brundle, poi Schumacher e Berger. Mansell detta subito un ritmo infernale alla corsa e guadagna terreno sugli avversari. Senna cerca di rimanere in scia a Patrese, ma deve guardarsi le spalle da Schumacher, che al secondo giro si è preso la quarta posizione su Brundle. Intanto Fittipaldi esce di pista alla Peraltada e deve ritirarsi. Patrese migliora il suo passo, e comincia a girare su tempi simili a quelli di Mansell, senza però impensierire il compagno di squadra. Dopo undici giri Mansell comanda la corsa con tre secondi e mezzo su Patrese, 8.1 su Senna e 9.1 su Schumacher.
Al dodicesimo giro si ferma improvvisamente Senna! La trasmissione della McLaren si è rotta, e il pilota brasiliano esce di scena, lasciando la terza posizione a Schumacher. Dopo qualche giro si ritira anche Modena per un problema al cambio. Mansell gestisce la corsa, con Patrese che lo segue a tre secondi e mezzo di distanza, mentre Schumacher è comodamente terzo. Brundle ha invece i suoi problemi nel tenere dietro la McLaren di Berger. Alesi si porta in zona punti, ma al diciannovesimo giro accusa ben 32 secondi di distacco dal leader della gara, e quindici dalla quinta posizione! A poca distanza dalla Ferrari c’è De Cesaris, che tiene alto l’onore della Tyrrell. Al ventunesimo giro Berger tenta di superare Brundle, ma il pilota della Benetton resiste bene. L’austriaco tenta di rimanere in scia a Brundle, ma alcuni doppiaggi favoriscono il pilota britannico. De Cesaris ha più fortuna di Berger, e al trentesimo giro passa la Lotus di Hakkinen e si porta in settima posizione, dietro ad Alesi.
De Cesaris è scatenato, e nell’arco di due passaggi si attacca alla Ferrari e supera Alesi in fondo al rettilineo, portandosi in zona punti. Mansell nel frattempo decide di dare uno strappo alla gara, e stampa in successione tre giri veloci, portando il suo vantaggio su Patrese a 7 secondi. Dietro c’è un brutto incidente per Morbidelli, che termina il GP del Messico contro le barriere. Si ritira anche Alesi, tradito dall’affidabilità del motore Ferrari. Fuori anche Martini a causa di un errore di guida.
L’unica lotta vera è quella per il quarto posto. Berger riesce a sfruttare con furbizia i doppiaggi, e svernicia Brundle con una manovra spettacolare all’ingresso della Peraltada al quarantaduesimo giro. Il pilota della McLaren si getta all’inseguimento di Schumacher, che perde del tempo nel doppiaggio di Alboreto. Al giro 47 si ritira Brundle, col motore KO: De Cesaris sale in quinta posizione, ed entra in zona punti Hakkinen, partito diciottesimo. Berger realizza il giro più veloce della gara, ma è troppo lontano per provare ad acciuffare il podio.
Nell’ultima parte di gara non succede nulla di rilevante, e Nigel Mansell vince in scioltezza il GP del Messico con 13 secondi di vantaggio su Patrese. Terzo posto per Schumacher, che conquista il primo podio della sua carriera. Quarto Berger, davanti a De Cesaris e Hakkinen. Settimo Herbert. Tredicesimo e ultimo Alboreto, a 4 giri dal vincitore.
CLASSIFICA DEL GP DEL MESSICO 1992
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