Ripercorriamo in due puntate di Sguardo al Passato i principali giochi di squadra degli ultimi anni in Formula 1.
Suzuka 1997 – Al penultimo appuntamento del mondiale 1997 Schumacher arriva a 9 punti di distanza da Villeneuve. Per mantenere qualche chance iridata deve assolutamente vincere, ma soprattutto deve almeno arrivare davanti al canadese della Williams. Il tedesco riesce a vincere la corsa grazie al compagno di squadra Eddie Irvine. L’irlandese infatti si uniforma all’ordine via radio datogli da Jean Todt e lascia passare la prima guida della Ferrari, rallentando successivamente Villeneuve per qualche giro e consentendo a Schumacher di guadagnare diversi secondi. Tuttavia questo gioco di squadra infastidisce non poco gli appassionati a causa delle circostanze grazie alle quali si è concretizzato: Irvine, infatti, dopo 3 giri aveva preso il comando della corsa e prima del pit stop aveva messo tra sé e Villeneuve (secondo) la bellezza di 13 secondi, e dopo che Schumacher passò Villeneuve gironzolò per la pista per due-tre giri per farsi riprendere dal tedesco, il tutto per la volontà del muretto Ferrari. Non un bello spettacolo, ma grazie a questa mossa Schumacher vinse e prese la leadership del campionato.
Jerez 1997 – Dopo il ritiro di Michael Schumacher Villeneuve si trova in testa alla corsa. Per vincere il mondiale gli servono solamente due punti, ma dopo il contatto col ferrarista ha la vettura danneggiata e dietro le McLaren stanno rimontando. Già prima di questo episodio era avvenuto un gioco di squadra: Heinz-Harald Frentzen si trovava davanti a Villeneuve, e la Williams gli ordinò di far passare il pilota canadese, e così fu. Intanto, per evitare problemi a Villeneuve, Patrick Head e Ron Dennis, rispettivamente i principali esponenti di Williams e McLaren, si confrontano ai box e decidono di non correre rischi inutili e di evitare duelli all’ultimo sangue tra i propri piloti. Coulthard fa passare Hakkinen, e poi nel corso dell’ultimo giro Villeneuve si fa sfilare prima da Hakkinen e poi da David Coulthard. Nel paddock c’è un aria un po’ tesa sia per l’episodio di Schumacher sia per questo biscotto inglese: fatto sta che a Jacques Villeneuve basta il terzo posto per diventare campione del mondo, mentre Hakkinen vince per la prima volta in Formula Uno.
Melbourne 1998 – Il boss della McLaren Ron Dennis è chiaro nella mattinata di Melbourne con Hakkinen e Coulthard: non devono rompersi le scatole a vicenda. I due partono in prima fila, e il pilota che uscirà primo dopo la prima curva non subirà attacchi dal compagno di squadra. I due compagni di squadra annuiscono. Alla partenza Hakkinen scatta bene e mantiene la prima posizione su Coulthard. La corsa è dominata dalle McLaren, ma Hakkinen, per un problema di comunicazione via radio rientra ai box inaspettatamente. Mika percorre la pit lane senza fermarsi nella piazzola del team, perchè non era previsto alcuna sosta. Coulthard passa così al comando, ma assieme alla squadra decide di rallentare e al penultimo giro cede il primo posto ad Hakkinen, che va a bissare il successo di Jerez 1997.
A fine corsa Mika ringrazia David, mentre la Ferrari protesta con la FIA, ma viene immediatamente zittita da Max Mosley, che ricorda l’episodio di Suzuka raccontato sopra.
Spa 1998 – In una delle corse più pazze della storia della F1, le Jordan si trovano incredibilmente in testa alla corsa. In prima posizione c’è Damon Hill, davanti al compagno di squadra Ralf Schumacher. Una safety car compatta il gruppo e Hill, che prima dell’entrata della pace car comandava indisturbato, ha Ralf alle calcagna. Hill non guadagna e Ralf vuole vincere, ma la Jordan teme che i due piloti possano buttare al vento la prima vittoria per il team irlandese, così il patron Eddie decide di congelare le posizioni e intima all’ingegnere di pista di Ralf Schumacher di ordinargli di restare dietro a Hill. Ralf, abbastanza arrabbiato, decide di seguire i consigli del muretto box e la sua scelta gli consente di ottenere il secondo podio in Formula Uno e alla Jordan di vincere la sua prima corsa e di fare la sua prima doppietta.
Nurburgring 1998 – Schumacher, alla penultima corsa del mondiale è in testa alla classifica piloti assieme ad Hakkinen, ma la pole del sabato gli dà un buon vantaggio per la gara, considerando anche che al suo fianco scatta il compagno di squadra Irvine. Al via Irvine parte benissimo e scavalca Schumacher, ma via radio Jean Todt gli urla subito di cedere la prima posizione al capo squadra e di frenare Mika Hakkinen, ordine che l’ex pilota della Jordan prontamente esegue già alla fine della prima tornata. Schumacher davanti non fa il vuoto, mentre Irvine, che è alle prese con diversi problemi ai freni e al fondo vettura, non ce la fa a tenere dietro la McLaren di Hakkinen, che lo supera all’ottavo passaggio. Poi un Hakkinen scatenato andrà a prendere Schumacher e a superarlo grazie ad un rifornimento velocissimo della McLaren.
Hockenheim 1999 – Al posto dell’infortunato Schumacher la Ferrari schiera il finlandese Mika Salo, pilota affidabile che nel 1999 già aveva sostituito per qualche gara Ricardo Zonta alla BAR. Grazie ad un problema al bocchettone della benzina di Hakkinen Salo riesce ad essere in testa alla gara, e dietro di lui si trova Eddie Irvine, che gioco forza si ritrova ad essere l’uomo di punta della Ferrari. C’è in ballo una vittoria fondamentale per i punti del campionato piloti, e Salo è costretto suo malgrado a lasciare strada a Irvine e a rinunciare all’unica possibilità concreta di conquistare una vittoria in Formula Uno. Il gioco di squadra raggiunge l’obiettivo sperato, la Rossa conquista una grande doppietta e Irvine è primo nel mondiale, con 8 punti di vantaggio su Hakkinen.
Malesia 1999 – In seguito ad una sfuriata di Montezemolo, Schumacher si convince e torna a correre dopo l’infortunio alla gamba subito a Silverstone. Il tedesco dichiara alla stampa che le sue priorità sono la Ferrari e il compagno di squadra Eddie Irvine, e che farà di tutto per far vincere il titolo piloti al nord-irlandese. Schumi esegue il compito di gregario in maniera magistrale: conquista la pole position, fa passare Irvine al quarto giro e rallenta la corsa di Mika Hakkinen. Nel finale si ritrova al comando, in virtù della sua strategia ad un pit stop, ma a quattro giri dalla fine lascia nuovamente la prima posizione a Irvine. Eddie vince grazie a due giochi di squadra in un solo gran premio, e in conferenza stampa dirà ridendo: “Schumi non è solo il miglior numero 1, ma anche il miglior secondo pilota!”
A1 Ring 2001 – Schumacher è in testa al campionato piloti nel corso della primavera del 2001. Alle sue spalle c’è lo scozzese della McLaren David Coulthard, staccato di 8 punti. Durante la gara Coulthard si trova dietro alle Ferrari di Schumacher e Barrichello, ma Schumacher perde posizioni finendo fuori pista con Montoya,e Barrichello, rifornendo 3 giri prima di Coulthard compie tre passaggi lenti, che permettono allo scozzese di rientrare in testa dopo l’ultimo rifornimento. Nel finale di gara Coulthard, Barrichello e Schumacher sono vicinissimi. Jean Todt, nonostante sia solo il sesto gp del campionato, chiede a Barrichello di cedere il passo a Schumacher e di passare terzo.
Rubens acconsente, e lascia la posizione al Kaiser all’ultima curva dell’ultimo giro.
A1 Ring 2002 – Anche nel 2002 l’Austria è la sesta tappa in calendario. La Ferrari dispone di una vettura, la F2002, nettamente superiore alla concorrenza, e Schumacher arriva a Zeltweg con 23 punti in più di Montoya. Le Rosse di Maranello dominano la corsa fin dalla partenza. Si arriva all’ultimo giro con Barrichello in testa davanti a Schumacher e la situazione pare tranquilla, ma in realtà non è così. Da qualche tornata Todt chiede a Barrichello di far passare Schumacher, per dargli 4 punti in più nel campionato e per permettergli di vincere per la prima volta in Austria. Il brasiliano inizialmente si rifiuta, ma alla fine accetta e come nel 2001 si fa superare dal caposquadra all’ultima curva dell’ultimo passaggio.
Il pubblico sugli spalti fischia sonoramente l’esito della corsa e contesta palesemente uno degli avventimenti più disgustosi della storia della Formula Uno: non vi era alcuna necessità di ricorrere a un ordine di squadra, per via del consistente vantaggio di Schumacher nel mondiale piloti. Lo stesso pilota tedesco non è contento e alla cerimonia del podio occupa il gradino del secondo classificato, lasciando su quello più alto Barrichello, al quale Schumy consegna anche il premio del vincitore. La FIA, per questa infrazione della cerimonia infligge alla Ferrari una multa di un milione di dollari, ma non punisce il Cavallino Rampante per il gioco di squadra. Tuttavia Mosley e soci si cautelano per evitare simili episodi in futuro…
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