Interlagos, Gran Premio del Brasile 2008: all’ultima curva prima del traguardo Lewis Hamilton, che si sta giocando il titolo mondiale con la Ferrari dell’idolo locale Felipe Massa, si trova al sesto posto, ma ha bisogno di guadagnare una posizione per diventare il più giovane campione del mondo di Formula 1. Massa ha vinto, ha fatto quello che doveva e sta aspettando dentro la sua monoposto la fine della corsa sotto al maxi-schermo posto alla ‘S’ do Senna.
Davanti alla McLaren numero 22 del britannico c’è Sebastian Vettel con la Toro Rosso e la Toyota di Timo Glock, che aveva ancora le gomme da asciutto mentre stava venendo giù il diluvio. La pioggia è davvero copiosa nell’ultimo tratto di pista, così il sorpasso di Hamilton sul tedesco è praticamente una passeggiata e il pilota della McLaren si laurea campione del mondo al traguardo, ottenendo il minimo risultato utile in una gara complicatissima per lui.
I tifosi ferraristi e brasiliani non esitano a schierarsi contro Glock, reo di aver lasciato passare il rivale di Felipe senza nemmeno fare nulla per provare a resistere, anche se oggettivamente poco c’era da fare. Timo, infatti, nell’ultimo passaggio ha girato praticamente sullo stesso tempo del compagno di squadra Jarno Trulli, a dimostrazione che non ha volontariamente alzato il piede per lasciare strada all’amico Lewis.
A otto anni di distanza Dieter Gass, allora responsabile degli ingegneri Toyota, è tornato sulla complicata vicenda, rivelando una chicca davvero curiosa. “Ovviamente Glock non fece passare intenzionalmente Lewis. Con entrambe le monoposto decidemmo di non montare le gomme intermedie a pochi giri dalla fine, facendo un azzardo rispetto alla strategia di tutte le altre monoposto. Eravamo fuori dalla zona punti, per cui non avevamo nulla da perdere. Alla fine, però, la scelta si rivelò azzeccata, dato che finimmo nei primi otto con entrambi i piloti. Non posso negare che, a primo impatto, è sembrata una cosa molto strana e stupida vedere Timo superato in quel modo da Lewis, ma per noi era importante cogliere il miglior risultato possibile quando abbiamo deciso di optare per quella strategia”.
“Subito dopo la gara ci fu un’atmosfera piuttosto surreale all’interno del box. Avevamo paura di mettere la testa fuori dalla serranda, figurarsi uscire dall’autodromo. Tutti i tifosi brasiliani erano convinti che avessimo favorito Hamilton, per cui potevamo imbatterci in situazioni poco gradevoli. Decidemmo, così, di acquistare delle magliette del Brasile, in vendita all’ingresso dell’autodromo. Non sappiamo se fu una mossa strettamente necessaria per la nostra incolumità, ma in questo modo ci siamo sentiti più sicuri” ha concluso Gass.
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