Un elemento che è balzato all’attenzione di tutti durante il GP del Portogallo e, più recentemente, nel corso dell’attuale GP dell’Emilia Romagna, è l’applicazione dei limiti della pista in maniera elettronica mediante l’uso di sensori. La storia dei track limits risale al lontano 2011, e soprattutto nelle qualifiche di oggi hanno causato non poche polemiche. Andiamo a vedere nel dettaglio.
2011: introduzione dei limiti della pista
Se fino al 2010 non vi era traccia nel regolamento dei track limits, nel 2011 ci fu la modifica dell’articolo 20 del regolamento sportivo che introduceva (oltre al limite di un cambio di direzione per difendersi) il limite della pista, definito come “le linee bianche”.
Sotto il punto 3 dell’articolo 20, infatti, si legge “I piloti devono usare la pista in ogni momento. Per evitare i dubbi, le linee bianche che delimitano il bordo della pista sono da considerare parte della pista, ma i cordoli non lo sono. Un pilota sarà fuori pista se nessuna parte della vettura rimane in contatto con la pista. Se una vettura lascerà la pista per qualsiasi ragione il pilota potrà rientrarvi. Ciò potrà essere fatto solo quando è sicuro farlo e senza guadagnare un vantaggio”.
Questa norma nel corso del tempo ha cambiato posizione come articolo (dato che ad oggi la troviamo all’articolo 27), ma il significato è lo stesso. Salvo eventuali variazioni indicate nelle note del direttore di gara, la linea bianca è il limite della pista. Nelle note del Direttore di Gara, infatti, vengono spesso segnalati punti della pista che sono particolarmente sotto esame, ma ciò non toglie che tutte le uscite di pista vengono controllate e valutate.
Portimão e la revisione ai limiti della pista
Nel 2020, la norma dei limiti di pista è entrata in vigore in modo particolare con i 125 giri cancellati nel corso delle prove libere del venerdì per via dei limiti molto stringenti in curva 1 e curva 4. Originariamente, Michael Masi aveva previsto un controllo solo in curva 1 e curva 4. Tre ore dopo la pubblicazione delle prime note, Masi ha fatto aggiungere un punto di controllo in curva 15. Vedendo la difficoltà dei piloti a rimanere nei limiti in certi punti, però, al sabato mattina le note sono state modificate, con il cambio da “linea bianca” (non citata direttamente ma presente nella regola 27.3) a “cordolo rosso e verde”, oltre che l’aggiunta della specifica sull’uscita di pista di curva 15 con l’intera vettura. Così facendo, durante le FP3 e poi in qualifica i giri cancellati sono stati solo 29 (di cui la maggioranza nelle FP3).
Nella versione 1 si legge che “Un tempo cronometrato in qualsiasi sessione di prova o di gara ottenuto lasciando il circuito in curva 1 – o curva 4 – risulterà nell’invalidazione del tempo da parte dei commissari”. Nella versione 2, invece, si legge la stessa cosa ma per curva 15.
Per la terza versione, invece, si legge: “Un tempo cronometrato in qualsiasi sessione di prova o di gara ottenuto lasciando il circuito in curva 1 – o curva 4 – ed arrivando oltre il cordolo rosso e verde risulterà nell’invalidazione del tempo da parte dei commissari“. Per curva 15 il limite rimane la linea bianca, con la specifica che “Un pilota sarà considerato fuori dalla pista se nessuna parte della vettura è in contatto con la pista stessa”.
Imola, Hamilton ed il giro non cancellato
Lo stesso identico discorso del Portogallo si applica proprio agli eventi di oggi al GP dell’Emilia Romagna. Durante l’unica sessione di prove libere di oggi, sono stati cancellati complessivamente 60 giri per uscita di pista in curva 9, Piratella, e curva 15, ovvero l’uscita della Variante Alta (22 in curva 9, 38 in curva 15). A seguito di questo, Michael Masi ha modificato le note della Direzione Gara per permettere l’uso in Variante Alta del cordolo in uscita, senza però superarlo. Inoltre, ha aggiunto un controllo all’apice dell’uscita dalle Acque Minerali, curva 11-12-13, per evitare che i piloti tagliassero.
Nella versione 1-2 si legge che “Un tempo cronometrato in qualsiasi sessione di prova o di gara ottenuto lasciando il circuito in curva 9 – o curva 15 – risulterà nell’invalidazione del tempo da parte dei commissari“.
Per la terza versione, invece, si legge: “Un tempo cronometrato in qualsiasi sessione di prova o di gara ottenuto lasciando il circuito in curva 13 – o curva 15 – ed arrivando oltre il cordolo rosso e verde risulterà nell’invalidazione del tempo da parte dei commissari“. Per curva 9 il limite rimane la linea bianca, con la specifica che “Un pilota sarà considerato fuori dalla pista se nessuna parte della vettura è in contatto con la pista stessa”.
Ciò ha portato ad una sensibile riduzione dei giri invalidati, ma al tempo stesso a polemiche per la supposta differenza nel giro tra Lewis Hamilton (nel suo primo tentativo in Q3) e Kimi Räikkönen (nel suo ultimo tentativo in Q1) in uscita dalla Variante Alta. La differenza è di pochi centimetri, in realtà, ma Räikkönen ha superato il limite della pista (ovvero il cordolo verde, bianco e rosso) andando con l’anteriore sinistra – e quindi anche con il resto della vettura – fuori dalla banda rossa del cordolo. Hamilton, al contrario, è rimasto con gli pneumatici di sinistra tra la banda bianca e la rossa, non andando ad invalidare il giro. Alex Albon, invece, è andato millimetricamente fuori dalla pista alla Piratella, e nonostante un ipotetico guadagno su cui è possibile disquisire, è stato applicato il regolamento con l’eliminazione del giro.
Allo stesso modo è discutibile se i limiti della pista debbano essere applicati in questo modo, se sia meglio avere la ghiaia invece delle vie di fuga in asfalto, ma alla base rimane sempre un regolamento uniforme ed adattabile alle determinate e differenti situazioni che si trovano in ogni pista.
Iscriviti al nostro Canale Telegram per ricevere tutti i nostri articoli sul tuo smartphone
Lascia un commento! on "The Rulebook | Ep. 3: Limiti di pista in Formula 1"