Per il motorsport, quella di ieri è stata una giornata molto triste.
L’incidente in Formula 2 che ha visto coinvolti Hubert e Correa, è stato fatale per il francese, che ha perso la vita dopo un incidente di incredibile violenza, e dalla dinamica sfortunata per il pilota numero 19.
Ma non è per questo che amiamo il motorsport?
Il continuo essere sul filo, è quello che ci rende vivi. Come quando si lanciano i dadi.
Ed è questo che ci fa amare le discipline che seguiamo con tanto interesse.
Poi i dadi rotolano fino a fermarsi, e non è detto che esca sempre il numero giusto.
Non puoi capitare sempre su Parco della Vittoria, qualche volta vai in prigione. E non sempre c’è il famoso ‘esci gratis di prigione’ (cosa che auguro di tutto cuore a Correa), qualche volta il prezzo da pagare è alto. Forse troppo.
E come nel famoso gioco nato nel 1935 dalla mente di Charles B. Darrow, imprevisti e probabilità sono sempre dietro l’angolo.
Non importano la bravura o la strategia. Capita l’imprevisto, senza ‘se’ e senza ‘ma’.
E nella giornata di ieri abbiamo visto entrambi: sia gli imprevisti, sia le probabilità. L’uscita di quella Eau Rouge è stata incredibile: Alesi arriva a tutta velocità, si gira, sbatte e rimette la monoposto dritta. Dietro di lui arriva a tutta velocità Boschung, che deve alzare il piede per non colpire il compagno di squadra. Ecco, Alesi ha pescato la probabilità.
Dietro lo svizzero della Trident, arriva lo sfortunato Hubert che, essendo ancora nella parte in salita dell’Eau Rouge, non poteva vedere il rallentamento di Boschung.
Anthoine, si tocca con Boschung, allarga sulla destra, colpisce le barriere e si gira. Anche Correa esegue la stessa manovra, allargando fuori dalla pista sulla via di fuga in asfalto per non colpire Alesi. Davanti a sè trova Hubert di traverso. Ecco, Hubert invece ha pescato l’imprevisto.
L’impatto è devastante. La monoposto di Hubert è distrutta, la cellula di sopravvivenza è seriamente compromessa.
Correa si ribalta, e l’impatto è stato talmente forte che la sua cellula di sicurezza si apre nella parte anteriore, lasciando il pilota con entrambi i piedi fuori dall’abitacolo.
Uno scenario apocalittico per quello che è il motorsport moderno. Correa potremmo dire che è passato da ‘Parco della Vittoria’ ma era già occupato e ha dovuto pagare un prezzo molto alto.
In un momento così sconcertante, però, non dovremmo mai dimenticarci che dipende tutto da un lancio di dadi. Ci fa sentire vivi, ma può fare in modo che la magia si spezzi improvvisamente. Tutti sanno cosa voglia dire correre e, anche chi va a fare un giro sui kart la domenica con gli amici, sa che rimanere concentrati e tenere quante più cose possibili sotto controllo non basta. Ci sono cose fuori dal nostro controllo.
Ma oggi è il race day. Giù le visiere e via a tutta velocità. Perchè o si smette di piangere o si smette di correre.
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