Inizio dicendo che sono fortemente contrario alle speculazioni. I dati certi arrivano dalle dichiarazioni ufficiali e dalla pista. Citando il maestro Califano: “Tutto il resto è noia”. Come dico ogni anno, speculare non serve, basta attendere marzo, visto che anche i test possono depistare.
Tuttavia, ci sono alcuni dati che non possono non passare inosservati. E sono quei pochi indizi che fanno presagire una mancanza di cambiamenti di valori in campo.
Con questo non voglio dire che Mercedes chiuderà praticamente il campionato dopo la pausa. Voglio semplicemente dire che, McLaren a parte, ci si aspetta due macrogruppi mai in grado di poter essere vicini dal punto di vista prestazionale.
Si continuerà quindi con Mercedes, Ferrari e Red Bull davanti a tutti. Ovviamente la Mercedes parte come favorita, presentandosi ai nastri di partenza come detentrice di entrambi i titoli e del record di 12 titoli mondiali consecutivi.
Partendo dai dati certi, sembra chiaro che i team abbiano mirato a ‘congelare’ le performance del campionato 2020 per concentrarsi al massimo sul campionato 2021.
La Mercedes ha offerto un contratto a Giacomo Tortora (ex direttore delle simulazioni Ferrari) e lo ha già messo al lavoro sul progetto 2021. Stessa cosa per Lorenzo Sassi, arrivato già da tempo alla Mercedes e già al lavoro sul progetto della rivoluzione regolamentare.
Anche la Ferrari, dal canto suo, ha già qualcuno al lavoro sul progetto 2021: stiamo parlando del tanto nominato e discusso Simone Resta, tornato a Maranello dopo un anno a Hinwil in casa Sauber, Maurizio Tomasselli, ex coordinatore dello sviluppo del telaio in Toro Rosso, Hermann Wolche, ex aerodinamico Mercedes, Francois Dejoyeaux, ex motorista Renault, e Nigel Rupert-Nuttling, ex direttore delle simulazioni CFD di Red Bull.
Tutti questi tecnici saranno al lavoro sul progetto 2021 praticamente da subito, visto che secondo il regolamento devono rispettare un periodo di gardening e per tutti loro, che sono stati ingaggiati quasi a fine campionato, termina intorno alla fine di marzo o alla metà di aprile. Ragion per cui sono già al lavoro sulla monoposto che vedremo in pista tra due anni.
Un’altra chiave di lettura in ottica ‘congelamento prestazionale’ è rappresentata dal fatto che le squadre hanno deciso all’unanimità di non avere nuove specifiche 2020 sugli pneumatici. Nel 2020, quindi, tutti torneranno a correre con pneumatici 2019. Non esisterà più nessuna scusante sulla ‘non comprensione’ degli pneumatici o su un prodotto che potrebbe avere comportamenti anomali.
Questo è forse l’unico aspetto su cui la Ferrari ha cercato di lavorare meglio, ingaggiando Stephen Boyd, ex esperto di strategie in pista di diversi team prima del passaggio a Liberty Media e ora alla Ferrari. Questo è forse l’aspetto più apprezzabile del lavoro della Rossa: puntare alle menti e ai piloti top in circolazione.
Per quanto riguarda il resto, gran parte delle componenti meccaniche sarà regolata come nel 2019, quindi, molto probabilmente, sarà quasi identica. Le monoposto 2020, dunque, saranno delle monoposto 2019 sviluppate ulteriormente.
Rimane da capire chi farà il miglior lavoro di sviluppo di macchine che hanno già ampiamente mostrato i propri limiti e adesso saranno chiamate a superarli.
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